Viene descritto il trattamento implantare su un giovane paziente con agenesia dell’incisivo laterale superiore destro (1.2).
Dopo un accesso chirurgico mininvasivo con preservazione delle papille (fig. 1), il sito osteotomico, leggermente palatale, è stato sottopreparato con uso alternato di espansori e frese. L’impianto (Khono SP, Sweden&Martina, diametro: 3,8 mm; lunghezza: 13 mm) è stato inserito a livello crestale. Vista la stabilità primaria ottimale (ISQ:80), è stata effettuata nella stessa giornata una provvisorizzazione immediata, inserendo direttamente il moncone definitivo (tecnica “one abutment – one time”). Il moncone utilizzato (3,8 mm) presentava un diametro inferiore della piattaforma implantare (4.3 mm).
Per migliorare l’aspetto dei tessuti molli, il peduncolo gengivale crestale è stato dapprima disepitelizzato e quindi ribaltato vestibolarmente (tecnica “roll-flap”).
Dopo 3 mesi, alla maturazione dei tessuti, è stata effettuata la protesizzazione definitiva.
Fisiologicamente, dopo 6-12 mesi, il ristabilimento della cosiddetta ampiezza biologica comporta un riassorbimento circumferenziale al collo del’impianto variabile tra 1,5 e 2 mm. Questo processo fisiologico potrebbe comportare a breve e a lungo termine, soprattutto nei settori anteriori, problemi estetici.
Nel caso descritto, dopo 2 anni di carico, si evidenzia un riassorbimento osseo perimplantare minimale, inferiore a 0,5 mm (fig. 2). La presenza del gap orizzontale (mismatching), infatti, sembrerebbe permettere un differente sviluppo dell’ampiezza biologica rispetto agli impianti protesizzati con tecnica tradizionale. Questo concetto protesico, descritto in letteratura con il termine “platform switching”, sembrerebbe minimizzare il riassorbimento osseo perimplantare, migliorando di conseguenza i risultati estetici.
Concludendo, l’applicazione del concetto “platform switching”, la tecnica chirurgica, il posizionamento immediato del moncone definitivo e la maturazione dei tessuti con il provvisorio hanno permesso di minimizzare la fisiologica contrazione dei tessuti perimplantari duri e molli, restituendo alla paziente un’estetica ottimale anche dopo 2 anni di carico protesico (figg. 3 e 4).
Pubblicato il 11/03/2011

Luigi Canullo
Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti - Università di Bonn, Germania
Fai impianti dr Luigi perche non riesci a fare bene il piu difficile, cioe endodonzia.