Si presenta alla nostra attenzione un paziente di 60 anni, fumatore, con assenza di patologie sistemiche rilevanti per l’intervento e interessato da edentulia parziale mandibolare secondaria a parodontite cronica e carie destruenti (fig. 1). Il paziente è portatore di protesi fisse incongrue a livello dell’arcata superiore che però, per motivazioni economiche, non vuole al momento sostituire. Il deficit maggiore che il paziente riferisce è quello masticatorio in quanto già portatore di una protesi parziale rimovibile con la quale non si è mai trovato a suo agio e oramai divenuta intollerabile per l’estrema mobilità.
Dopo analisi radiografica (fig. 2) e dopo preventiva terapia antibiotica si procede con l’intervento chirurgico che consisterà nell’estrazione degli elementi dentali residui dell’arcata inferiore e nell’inserimento contestuale di quattro impianti (tre Premium Ø3.80 da 13 mm e un Premium Ø4.25 da 13 mm con tecnica postestrattiva e GBR in zona 4.3) (fig. 3). In questo caso utilizzeremo una tecnica sommersa a tutela della rigenerativa effettuata nella zona del canino e la vecchia protesi del paziente, preventivamente modificata dal laboratorio odontotecnico, sarà ribasata con una resina morbida al fine di garantire al paziente un comfort sufficiente anche nelle fasi precedenti la protesizzazione definitiva.
Trascorse circa 15 settimane dall’intervento si procede con la scopertura degli impianti e il posizionamento delle viti secondarie transmucose. Si noti l’eccellente guarigione e l’ottimo status dei tessuti dopo l’intervento (fig. 4). Nella stessa seduta vengono anche rilevate una serie di impronte preliminari in alginato con cui il laboratorio potrà confezionare dei modelli base e soprattutto il cucchiaio anatomico che utilizzeremo per l’impronta di precisione.
Una volta scelti, sulla base delle profondità dei pozzetti transmucosi, i Locator abutment dell’altezza più idonea, passiamo al loro posizionamento intraorale (fig. 5 ). Fissiamo quindi, su ogni abutment, un anello spaziatore bianco onde evitare un esubero di materiale da impronta. A questo punto possiamo collocare i transfer, preventivamente muniti del ritentore in plastica nero, sulla testa dei monconi (fig. 6) e procedere con la presa dell’impronta di precisione (fig. 7 ). Verifica con analoghi (fig. 8).
Sviluppati i modelli in gesso il laboratorio odontotecnico provvederà alla valutazione degli assi di parallelismo mediante i pin neri in polietilene e l’apposita piastra graduata in acciaio (figg. 9-12). Tale fase è fondamentale, in quanto la corretta ritenzione dell’overdenture sui Locator abutment dipende da un’attenta scelta e dall’utilizzo dei ritentori più appropriati. In ciascun analogo sarà quindi inserito un anellino spaziatore bianco, dello spessore di 0.50 mm, al fine di ottenere la piena resilienza della cappetta metallica che rimarrà inglobata all’interno della struttura dell’OVD (fig. 13). Infine si procederà con la realizzazione della protesi definitiva verificando, durante i passaggi abituali, che gli ingombri di abutment e cappette metalliche rimangano inclusi completamente negli spessori dell’OVD.
Fatte quindi le prove strutturali ed estetiche gli abutment Locator verranno nuovamente inseriti sulle teste degli impianti, questa volta con l’ausilio della chiave dinamometrica al valore di 25-30 Ncm (fig. 14), e la protesi finita (figg. 15-17 ) verrà consegnata al paziente. È stato quindi eseguito un follow-up con controlli periodici e infine un’OPT a distanza di 4 anni (fig. 18) in cui è apprezzabile l’ottimo mantenimento dei livelli ossei perimplantari.
Nella nostra pratica clinica il sistema Locator ha presentato nel tempo un’ottima stabilità, consentendo di ripristinare in modo soddisfacente le funzionalità masticatoria, fonetica ed estetica dei pazienti. Le modalità di manutenzione e igiene domiciliare sono semplici e la soddisfazione dei pazienti curati sempre molto alta.
Autori: Andrea Bastieri, libero professionista a Matera; Serena Gaudiano, libera professionista a Matera; Paolo Barone, odontotecnico ad Altamura (Bari)

Andrea Bastieri
Libero professionista in Matera
caso bellissimo complimenti se permettete una domanda la preferenza è andata ai locator rispetto agli ot strategy perchè si possono usare anche attacchi inclinati? Grazie
Caro Andrea,
un caso ” pulito ” con iconografia curata e grande risultato clinico , questa è l’essenza della professione.
Complimenti scontati ma spero graditi.
Tanto buon lavoro.
Aldo
Buongiorno,
per prima cosa ringrazio entrambi per i complimenti ,mai scontati e sinceramente graditi Aldo. Per rispondere invece al quesito di Bruno devo dire che gli utilizzi e le applicazioni di Locator e OT Strategy sono diversi e meriterebbero forse una trattazione a parte. Sicuramente ,come presumo intendessi tu, uno degli indiscussi vantaggi della sistematica Locator è quello di poter compensare disparallelismi degli impianti fino anche a 40° (20+20).Grazie ancora e buon lavoro!