
Una revisione pubblicata recentemente da Jama (1) fa luce sulle pratiche degli odontoiatri in fatto di prescrizione di antibiotici e mostra come siano ancora molto diffuse abitudini che, sulla base dei risultati pubblicati in letteratura, gli esperti sconsigliano.
Dalla revisione si vede che i dentisti spesso prescrivono gli antibiotici come profilassi primaria a pazienti sani sottoposti a procedure invasive come estrazioni chirurgiche, posizionamento di impianti e procedure endodontiche. «È un fatto preoccupante – sostengono gli autori – perché le prove a sostegno dell’uso di antibiotici per questi interventi sono poche e controverse. Per le procedure endodontiche, la profilassi antibiotica non è efficace nell’eliminare l’infezione post-operatoria. Allo stesso modo, per il posizionamento di impianti, in una recente revisione sistematica, Park e colleghi (2) hanno concluso che l’utilizzo di routine di antibiotici sistemici in pazienti sani non è supportato da risultati che siano prodotti da studi randomizzati e in doppio cieco. Giovanni Lodi e colleghi (3) hanno infine mostrato, dopo una revisione sistematica, che ci sono alcune prove a sostegno della profilassi antibiotica per ridurre il rischio di dolore, infezione o alveolite secca dopo estrazioni del terzo molare, ma nessuna per la prevenzione di febbre, gonfiore o trisma, e hanno poi affermato che l’uso di antibiotici profilattici in estrazioni chirurgiche aumenta il rischio di sperimentare effetti avversi lievi e transitori e può causare più danni che benefici».
Tutto ciò riguarda pazienti sani, ma la letteratura indica che spesso i dentisti prescrivono una profilassi antibiotica anche a soggetti che soffrono di patologie reumatiche o cardiache, con bypass coronarici o prolasso della valvola mitralica, che hanno avuto un recente infarto miocardico recente o sono sottoposti a sostituzione articolare protesica: gli autori della revisione fanno notare che le linee guida non raccomandano più la profilassi antibiotica in questi casi.
La ricerca ha evidenziato due fattori non clinici che influenzano la prescrizione di antibiotici in odontoiatria: una è la pressione esercitata dal paziente, dai suoi familiari o dal suo cardiologo, l’altra la lentezza nell’adozione, da parte degli odontoiatri, degli aggiornamenti che vengono apportati alle linee guida.
La scelta delle molecole
Oltre a rilevare le indicazioni che portano alla prescrizione di antibiotici, la revisione si è posta l’obiettivo di descrivere il tipo e il regime di antibiotici prescritti.
In generale, l’amoxicillina risulta essere la scelta primaria nella profilassi antibiotica per i pazienti senza allergia alla penicillina; tuttavia, regimi e dosaggi spesso non sono in linea con le raccomandazioni dell’American Heart Association. La clindamicina è invece l’antibiotico profilattico di scelta per i pazienti con allergia alla penicillina.
Tuttavia, i dentisti prescrivono anche altri antibiotici come azitromicina, claritromicina ed eritromicina. Nelle linee guida Aha del 2007, quest’ultima è stata rimossa a causa della sua complicata farmacocinetica e ai disturbi gastrointestinali spesso segnalati come effetto collaterale, eppure il suo utilizzo, seppure in calo, persiste, a testimonianza della lenta assimilazione delle novità inserite nelle linee guida.
Infine, il lavoro pubblicato su Jama descrive i fattori che influenzano i modelli di prescrizione antibiotica. Per la maggior parte, gli odontoiatri acquisiscono le loro conoscenze da fonti attendibili; tuttavia, è preoccupante che un numero considerevole di loro riferisca come fonte primaria di conoscenza quella verbale, trasmessa per via informale: «questo metodo – commentano gli autori – può portare a errori nelle prescrizione di antibiotici e a gravi conseguenze per la salute; abbiamo però scoperto che i dentisti cambiano le loro abitudini prescrittive durante la loro carriera, in particolare la formazione può aiutare a migliorarle e a gestire meglio farmaci delicati come gli antibiotici».
La revisione ha preso in esame studi condotti in diverse aree geografiche ma va segnalato che, per quanto riguarda le molecole da utilizzare, al di là delle linee guida, è necessario conoscere a fondo la situazione specifica sul territorio in cui si opera, perché la resistenza agli antibiotici è estremamente variabile.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal
Bibliografia
- Stein K, Farmer J, Singhal S, Marra F, Sutherland S, Quiñonez C. The use and misuse of antibiotics in dentistry: a scoping review. J Am Dent Assoc. 2018 Oct;149(10):869-884.e5.
- Park J, Tennant M, Walsh LJ, Kruger E. Is there a consensus on antibiotic usage for dental implant placement in healthy patients? Aust Dent J. 2018;63(1):25-33.
- Lodi G, Figini L, Sardella A, et al. Antibiotics to prevent complications following tooth extractions. Cochrane Database Syst Rev. 2012;11:CD003811.