In un paziente di anni 67, affetto da ipertensione e portatore di pace maker in cura con un anticoagulante orale (Coumadin) si osserva una lesione localizzata a livello del palato duro (figg. 1 e 2). La lesione è presente da circa nove anni ed è comparsa inizialmente come un lieve rigonfiamento in corrispondenza della linea mediana del palato duro. Ha poi subìto una lenta e costante espansione, rimanendo tuttavia asintomatico. All’esame obiettivo si evidenziano scarse condizioni di igiene orale con esiti di malattia parodontale cronica, cure conservative e protesiche e vi è assenza di numerosi elementi dentari. Le mucose sono indenni da lesioni. A livello del terzo posteriore del palato duro in posizione paramediana sinistra si rileva la presenza di una neoformazione rotondeggiante di circa 1,5 cm di diametro con base d’impianto sessile e di consistenza elastica. La lesione presenta una superficie liscia e un colorito rosa, con eccezione della porzione apicale che risulta lievemente rossastra. Non si rileva positività alla palpazione dei linfonodi laterocervicali. Comprimendo la lesione vi è fuoriuscita di liquido siero ematico attraverso un foro al centro della lesione.
Inserendo un sondino lacrimale al centro della lesione non si incontrano resistenze e clinicamente sembra essere il dotto di una ghiandola salivare minore. L’ipotesi diagnostica è stata di una probabile neoformazione benigna a carico della ghiandola salivare. Si è deciso di effettuare una biopsia incisionale.
Previa anestesia plessica è stata effettuata un’incisione a losanga della porzione centrale della lesione (fig. 3). Il tessuto risultava estremamente compatto, di consistenza fibromatosa. Nella porzione più interna della lesione era invece presente un contenuto di aspetto mucoide che è fuoriuscito attraverso i margini dell’incisione (fig. 4). Il frammento prelevato (fig. 5) è stato fissato in formalina e la ferita suturata con seta 4/0 (fig. 6). L’anatomopatologo invia il referto con la seguente diagnosi: “Neoplasia delle ghiandole salivari minori. Morfologia coerente con adenocarcinoma polimorfo a basso grado di malignità. Frammento interamente interessato dalla lesione”. A questo punto si è resa necessaria l’asportazione radicale della lesione e dei tessuti circostanti. Durante l’intervento è stata effettuata un’incisione mucosa a distanza di circa 1 cm dai margini della lesione, è stata asportata la parte corrispondente del palato duro e una porzione del vomere. La mucosa respiratoria è rimasta integra e la zona è stata ricoperta con un lembo ruotato di muscolo buccinatore.
Pubblicato il 03/01/2011

Alberto Pispero
Specialista in Chirurgia orale - Università di Milano, Unità operativa di patologia e chirurgia orale