
Giuseppe Renzo
L’assemblea nazionale dei presidenti delle Commissioni per gli iscritti all’albo degli odontoiatri (Cao) si è riunita lo scorso dicembre al Palazzo dei Congressi di Taormina per discutere e trovare soluzioni alle problematiche più attuali e importanti dell’attività professionale, a partire dalla qualità della formazione universitaria e dall’accesso alla professione. «Nessun accesso alla professione e nessuna programmazione potrà essere solo a livello nazionale: è ormai inevitabile riferirsi al livello europeo – ha dichiarato il presidente nazionale Cao Giuseppe Renzo, ritenendo ormai necessaria anche la riforma dell’esame di abilitazione, che non dovrà più essere un duplicato dell’esame di laurea –. All’esame di abilitazione – propone Renzo – dovranno sottoporsi tutti coloro che intendono esercitare la professione in Italia sia se laureati nel nostro Paese sia se laureati all’estero. Basta allo scandalo dei corsi di laurea non regolamentati che violano il principio della programmazione e che hanno la loro unica motivazione in interessi speculativi, illudendo coloro che non sono riusciti a superare i test di accesso».
E sui corsi di laurea, Renzo è molto duro: «La formazione, a causa di evidenti interessi commerciali ed economici, rischia di tradire le aspettative di tanti giovani aspiranti medici diventando un pascolo abusivo. L’auto promozione, finalizzata a convincere i giovani ad iscriversi a questo o all’altro ateneo-corso di laurea ha posto le basi alla concorrenzialità e non alla sfida sulla qualità. C’è da meravigliarsi se università straniere, favorite da terzi lucranti, ritengono di pescare “clienti” con i sistemi che per primi sono stati realizzati da alcuni atenei italiani?» si chiede Giuseppe Renzo, che denuncia anche come i corsi di laurea di Tirana, con il supporto dell’ateneo di Tor Vergata, istituiti per formare una classe dirigente medica in Albania e per l’Albania, vengano realizzati invece per formare gli italiani in surplus rispetto alla programmazione nazionale. Ovvero per aggirare il numero chiuso.
A Taormina si è parlato molto di etica e di responsabilità: programmazione, giusta formazione, no alla pubblicità illusoria, lotta al prestanomismo e all’abusivismo. «La parola chiave è stata responsabilità» ha detto Renzo.
Per lavorare sugli aspetti deontologici e clinici della professione, sono stati costituiti dei gruppi di lavoro su prevenzione dei tumori del cavo orale, prevenzione delle osteonecrosi delle ossa mascellari associate ai farmaci, formazione e aggiornamento nella professione odontoiatrica ed è stata varata una Carta dei diritti e dei doveri dell’odontoiatra, che per la prima volta mette nero su bianco i principi fondanti della professione, rilevandone le specificità e le peculiarità.
Vincenzo Marra
Giornalista Italian Dental Journal