L’avulsione dentale in età pediatrica è nella stragrande maggioranza dei casi conseguente a un evento traumatico relativo a cadute, scontri e incidenti di gioco, e nei casi peggiori a episodi di violenza. Sebbene si tratti di un dente deciduo, un caso di avulsione dei decidui traumatica pone l’odontoiatra nella condizione di dover stabilire se reimpiantare o meno l’elemento dentale, dopo un’attenta valutazione di una serie di fattori, spesso soggettivi.
La lesione che determina la completa fuoriuscita dal proprio alveo rappresenta tra il 7 e il 13% di tutti gli infortuni che interessano i denti da latte, riscontrabile in misura maggiore nei bambini che hanno iniziato a camminare da poco e pertanto soggetti a frequenti cadute.
Recenti linee guida sul trattamento di lesioni avulsive traumatiche nella dentizione primaria sconsigliano il ricorso al reimpianto, nonostante ciò alcuni dentisti lo eseguono a seguito di un’esplicita richiesta da parte dei genitori, che lo ritengono opportuno per il mantenimento degli spazi occlusali, lo sviluppo adeguato del linguaggio, per aspetti connessi alla masticazione e non da ultimo per via di effetti riconducibili alla psicologia del piccolo paziente.
Come d’altronde ormai siamo sempre più spesso abituati a constatare, i case report sulla materia sono discordanti e oscillano fra evidenze che attestano un elevato grado di successo e studi che, contrariamente, dimostrano le conseguenze negative che il reimpianto avrebbe per il dente permanente che subentra al deciduo avulso. Nell’ottica di mettere un po’ d’ordine su questo specifico aspetto si inserisce una revisione sistematica ad opera di ricercatori del dipartimento di odontoiatria pediatrica e di ortodonzia della Federal University of Vales do Jequitinhonha e Mucuri di Diamantina in Brasile.
Gli studi presi in esame, dopo un’attenta e approfondita selezione tra le pubblicazioni disponibili, sono 19 e fanno riferimento a un totale di 41 reimpianti di denti decidui: 18 incisivi centrali mascellari, 6 incisivi laterali mascellari, 9 incisivi centrali inferiori, 4 incisivi laterali inferiori e 4 non specificati. Il tempo trascorso fra avulsione e reimpianto varia da pochi minuti a 4 giorni circa.
Ebbene, in 15 casi non si è evidenziata alcuna conseguenza negativa sia per il dente da latte avulso che per il permanente subentrato; tra i restanti 26 casi si sono riscontrati problemi solo per il deciduo reimpiantato in 16 occasioni, per il permanente in 3 singoli casi e infine effetti avversi per entrambi in 7 casi. Gli strascichi per il deciduo sono stati nel dettaglio: necrosi della polpa, fistole, decolorazione della corona, sviluppo di cisti radicolari, anchilosi, lieve riassorbimento radicolare esterno, riassorbimento osseo; mentre per ciò che attiene ai permanenti: malocclusione e lacerazione, successiva estrazione, colorazione biancastra e ipoplasia dello smalto.
I ricercatori hanno inteso sottolineare quanto lo scopo dello studio in questione fosse quello di effettuare una revisione sistematica della letteratura sul reimpianto di denti decidui in seguito a un episodio avulsivo, con l’obiettivo di offrire ai dentisti un’analisi dei rischi e dei benefici in grado di supportarli nella migliore decisione clinica da prendere in questi casi. Ma i dati offerti dagli studi presi in considerazione dimostrano una mancanza di qualità, completezza e approfondimento, oltre a campioni di non adeguate dimensioni e periodi di follow-up ristretti. Pertanto, risulta evidente la necessità di poter disporre al più presto di studi randomizzati per giungere all’identificazione di prove scientifiche attendibili che possano aiutare gli odontoiatri nell’individuazione della soluzione migliore in caso di avulsione dei decidui.