La pressante e duplice richiesta dei nostri pazienti, rapidità ed estetica, hanno fatto sì che le aziende del settore ponessero l’attenzione sullo studio di materiali che soddisfacessero le esigenze fisiche, meccaniche e chimiche dei nostri restauri protesici. Il progresso delle conoscenze ha così permesso di accorciare i tempi terapeutici favorendo lo sviluppo delle tecniche di carico immediato.
I risultati clinici tra protocollo standard e carico immediato sono sovrapponibili a medio e lungo termine. Tra i materiali di recente introduzione c’è il BioHpp, derivato del Peek con aggiunta di particelle ceramiche di XnM. La combinazione di materiali conferisce al materiale caratteristiche fisiche importanti: modulo elastico di 4000 MPa, carichi di rottura oltre 1200 N, adesione ai materiali compositi superiore a 25 MPa, peso specifico 1,6 g/cm3.
Il BioHpp può essere utilizzato sia per iniezione (pressatura) sia per fresatura, procedimento che evita il pericolo di intaccarne la struttura microscopica. Grazie a questo l’abutment rivestito in BioHpp può essere applicato subito dopo l’inserimento implantare senza essere nuovamente rimosso e preservando il modellamento del tessuto gengivale nella zona del solco.
Caso clinico
La paziente DGL, 35 anni, non fumatrice, si presenta alla nostra osservazione lamentando mobilità degli incisivi decidui superiori (fig. 1). Dall’esame clinico obiettivo si osserva la presenza degli elementi 5.2 e 6.2, entrambi con una mobilità di grado 3.
Dagli esami radiografici di primo e secondo livello si nota, oltre al completo riassorbimento radicolare degli incisivi laterali superiori decidui e agenesia degli elementi permanenti, atrofia dell’osso basale sia vestibolo-palatale sia mesio-distale di entrambi gli elementi.
Vengono inserite due fixture da 3.2mm (Mini 2 Sky, Bredent), immediatamente dopo l’estrazione atraumatica degli elementi decidui (fig. 2).
Rilevata un’impronta intraoperatoria con polivinilssilossano (Dei Italia), viene sviluppato un modello master su cui si ottimizzano due abutment MD in titanio tramite termopressatura di BioHpp (Bredent). Gli abutment così individualizzati vengono serrati a 20 Ncm e le corone provvisorie cementate con cemento provvisorio (TempBond, Kerr) (fig. 3).
Vengono eseguiti controlli radiografici a 30 e 90 giorni.
Completata l’integrazione i provvisori sono stati rimossi e i monconi lucidati prima di procedere con l’impronta definitiva con la tecnica monofasica con polivinilssilossano (Dei Italia) senza rimuovere gli abutment. L’obiettivo degli autori è infatti quello di non rimuovere più tali mesostrutture.
Sono state eseguite due corone in ceramica integrale, cementate con cemento composito duale (Relyx unicem 2, 3M Italia) (fig. 4).
Gli autori ritengono che il BioHpp sia già da oggi un ottimo materiale per rendere le nostre strutture protesiche su impianti simili a un sistema graduale di assorbimento delle forze masticatorie così come è strutturato l’elemento dentale naturale. Ricerche interne assicurano che la termo pressatura del BioHpp su titanio avviene con un’intimità priva di fessure e intercapedini, per la garanzia di stabilità nel tempo dei restauri stessi.
Autori del caso clinico sono: Giovanni Ghirlanda, Vittorio Giannelli, Laura L.C. Campos e Carlo Baroncini (odontotecnico), liberi professionisti in Roma

Giovanni Ghirlanda
Libero professionista a Roma