Uno studio pubblicato sul Journal of Advanced Research ha dedotto che un aumento dell’inclinazione delle faccette di usura dei denti conduce a una diminuzione del carico muscolare esercitato sull’articolazione temporo-mandibolare.
Questo studio rappresenta la prima ricerca effettuata con una simulazione matematica al computer, svolta sui biomeccanismi coinvolti nel bruxismo. Le simulazioni effettuate vanno a indagare l’effetto dell’inclinazione e della posizione delle faccette di usura sulla forza tensiva scatenata dal bruxismo e il relativo stress che viene scaricato sull’articolazione temporo-mandibolare (Atm). Nel tempo sono state infatti avanzate alcune ipotesi secondo cui le patologie dell’Atm potrebbero essere riconducibili sia a fattori riguardanti l’inclinazione e la posizione delle faccette di usura degli elementi dentari, sia alla presenza di occlusioni non corrette come un crossbite anteriore o un morso profondo.
L’Atm è una regione complessa del distretto cranio-facciale, che presenta diversi elementi anatomici coinvolti contemporaneamente in uno spazio esiguo, e ciò porta a una difficoltà nell’analisi diretta in vivo di queste strutture. Per questo motivo il team di ricercatori ha scelto di utilizzare un sistema computerizzato che simulasse il funzionamento dell’Atm, analizzando le singole variabili coinvolte nei movimenti mascellari e riuscendo così a osservare il rapporto tra Atm e morfologia dentale senza coinvolgere pazienti e senza l’utilizzo dell’elettromiografia.
Nello studio è stato analizzato come la morfologia dei denti condizioni il carico muscolare esercitato sull’Atm, che può condurre a un maggior rischio di sviluppare artralgia o malattie degenerative dell’articolazione. In particolare una situazione clinica che mette a rischio la salute dell’Atm è il bruxismo notturno.
Il team di ricercatori guidato da Benedikt Sagl ha condotto la sua ricerca analizzando la localizzazione delle zone maggiormente soggette a bruxismo e quale fosse l’inclinazione dei denti e il carico sull’Atm: durante l’esperimento, condotto presso la clinica odontoiatrica dell’Università di Vienna, sono stati simulati gli effetti del bruxismo nella zona laterale dell’arcata, sul canino e sul primo molare e si è potuto notare che a parità di inclinazione, i movimenti tipici del bruxismo erano più concentrati sul canino, portando ad uno stress maggiore il disco articolare, rispetto a quanto succede a livello del molare.
«I risultati suggeriscono un effetto della morfologia dentale sul carico esercitato sull’articolazione temporo-mandibolare – scrivono i ricercatori – e motivano quindi a proseguire le indagini sulla connessione tra forma del dente e biomeccanica della mandibola».
Valentina Viganò
Giornalista Italian Dental Journal