La Vital Pulp Therapy è un’alternativa alla terapia canalare per denti che hanno ricevuto un’esposizione pulpare a causa di un trauma o di un processo carioso. Questa procedura consiste nell’applicazione di un materiale sopra la polpa esposta capace di preservarne la vitalità.
In letteratura sono diversi i materiali studiati e testati con questo scopo. Tutti con un unico obiettivo. Promuovere il potenziale dentinogenico delle cellule pulpari per conservare la vitalità dell’elemento dentario (1).
Le principali indicazioni a questo tipo di terapia sono:
– denti permanenti e temporanei con polpa esposta meccanicamente o traumaticamente;
– nessuna storia di pulpite spontanea o irreversibile;
– polpa vitale;
– assenza di lesioni radiografiche periapicali;
– sanguinamento pulpare controllato.
In questo articolo verrà descritto un caso di Vital Pulp Therapy trattato con un materiale bioceramico.
Caso clinico
Il paziente, 23 anni, si presenta all’ispezione clinica con una carie destruente distale asintomatica sull’elemento 1.5. All’esame endorale si nota la radiotraslucenza mesiale e distale con intimo contatto pulpare.
Effettuata l’anestesia si procede a montare la diga di gomma e alla rimozione del tessuto carioso dentinale mediante rosetta al carburo di tungsteno montata su micromotore. Con frese a pallina fascia verde si procede a rimuovere lo smalto sottominato e ad abbassare la cuspide vestibolare e palatale prevedendo un futuro overlay. Durante la rimozione del tessuto carioso si notano le esposizioni dei due cornetti pulpari che iniziano a sanguinare.
Terminata la detersione cavitaria si procede a montare un’automatrix per procedere con il protocollo di emostasi e detersione per la successiva applicazione del materiale bioceramico (2).
Si controlla il sanguinamento mediante l’utilizzo di batuffoli di ovatta sterili imbibiti di ipoclorito di sodio al 5,25%. Dopo circa cinque minuti viene arrestato il sanguinamento e si effettua una nuova detersione con ovatta imbibita di soluzione fisiologica.
Un’ultima detersione prevede l’uso di Edta sol 17% per permettere al materiale bioceramico di penetrare meglio all’interno dei tubuli dentinali (3). L’applicazione avviene mediante piccoli incrementi fino a riempire il difetto dentale. Attesi i 12 minuti per la polimerizzazione del materiale, si smonta la diga e si controlla che l’elemento sia sottoccluso.
Si rinvia il paziente per effettuare la preparazione e il restauro dopo almeno 28 giorni, dando così modo alla Biodentine di raggiungere una maturazione completa, che dia valori di Compressive Strenght (300MPa) e Shear Bond Strenght validi per sopportare i carichi occlusali e permettere una corretta adesione (2,4,5,6).
Il paziente viene controllato dopo una settimana e riferisce di non avere fastidi ma solo una leggera dolenzia del dente in questione (come prevista).
Dopo circa un mese si procede alla preparazione e alla consegna dell’intarsio. Si monta la diga di gomma, si effettua la preparazione con frese diamanate trattando il materiale bioceramico come se fosse dentina. Durante la preparazione si presta attenzione ad avere un cerchiaggio di smalto a 360°. Si riducono le cuspidi che hanno uno spessore alla base <2 mm e si effettua un butt joint palatale e un bisello vestibolare creando una preparazione non ritentiva (7,8).
Rilevato il colore mediante scala Vitapan classic, si procede con una scansione intraorale e a progettare e fresare il manufatto in ceramica ibrida VitaEnamic.
Le fasi adesive prevedono una mordenzatura selettiva dello smalto seguita da una tecnica self etch su Biodentine e smalto (4).
Il manufatto in ceramica ibrida viene cementato con composito da restauro riscaldato (9).
Il controllo clinico e radiografico a tre mesi non mostra alterazioni. Il dente risponde normalmente ai test di vitalità e il restauro presenta un’ottima integrazione.
L’elemento verrà monitorato con follow-up periodici.
Bibliografia
1. Cohenca N, Paranjpe A, Berg J. Vital pulp therapy. Dent Clin North Am. 2013 Jan;57(1):59-73.
2. Bachoo IK, Seymour D, Brunton P. A biocompatible and bioactive replacement for dentine: is this a reality? The properties and uses of a novel calcium-based cement. Br Dent J. 2013 Jan;214(2):E5.
3. Harik R, Salameh Z, Habchi R, Camilleri J. The effect of irrigation with EDTA on calcium-based root canal sealers: a SEM-EDS and XRD study. J Leb Dent Assoc. 2016;49:12–23.
4. Odabaş ME, Bani M, Tirali RE. Shear bond strengths of different adhesive systems to biodentine. ScientificWorldJournal. 2013 Oct 10;2013:626103.
5. Ha, HT. The effect of the maturation time of calcium silicate-based cement (Biodentine) on resin bonding: an in vitro study. Appl Adhes Sci 7, 1 (2019).
6. Krawczyk-Stuss M, Nowak J, Bołtacz-Rzepkowska E. Bond strength of Biodentine to a resin-based composite at various acid etching times and with different adhesive strategies. Dent Med Probl. 2019 Jan-Mar;56(1):39-44.
7. Politano G, Van Meerbeek B, Peumans M. Nonretentive Bonded Ceramic Partial Crowns: Concept and Simplified Protocol for Long-lasting Dental Restorations. J Adhes Dent. 2018;20(6):495-510.
8. Ferraris F. Posterior indirect adhesive restorations (PIAR): preparation designs and adhesthetics clinical protocol. Int J Esthet Dent. 2017;12(4):482-502. PMID: 28983533.
9. Magne P, Razaghy M, Carvalho MA, Soares LM. Luting of inlays, onlays, and overlays with preheated restorative composite resin does not prevent seating accuracy. Int J Esthet Dent. 2018;13(3):318-332. PMID: 30073216.

Vincenzo Vitale
Libero professionista a Bologna