I progressi della chirurgia rigenerativa ossea perimplantare hanno permesso di ottenere risultati predicibili nel tempo. I biomateriali di nuova concezione, come le lamine di corticale ossea eterologa a lento riassorbimento (oltre i nove mesi), permettono di ottenere risultati non soltanto a breve distanza, sei mesi dall’intervento, ma anche successivamente grazie alla possibilità che queste danno all’osso neoformato di rimodellarsi ulteriormente e terminare la sua crescita intorno al pilastro implantare.
In questo caso clinico vediamo una atrofia ossea orizzontale e verticale in regione del 46 successiva a fallimento implantare. La rigenerazione viene effettuata attraverso il posizionamento di una lamina di corticale eterologa hard fissata con un pin screw distalmente al difetto, che viene poi riempito con dei granuli di cortico-spongiosa pre-idratata e collagenata. L’innesto viene ricoperto da una membrana in pericardio. Tutti i biomateriali sono di derivazione suina. L’osso neoformato dopo sei mesi accoglie un impianto della misura di 4,5 mm di diametro e 10 mm di lunghezza e dopo ulteriori quattro mesi l’impianto viene protesizzato. Dopo altri otto mesi viene rimossa la vite di fissaggio della lamina e radiograficamente si evince come dopo la prima guarigione ci sia stato un nuovo rimodellamento osseo che ha permesso la crescita al di sopra del collo implantare.
Questa procedura chirurgica, unita all’utilizzo di biomateriali di nuova generazione a lento riassorbimento, permette di ottenere una ricrescita non solo nei primi sei mesi, durante i quali si riassorbono i granuli collagenati inseriti, ma soprattutto successivamente, quando l’osso si rimodella fisiologicamente creando un livello stabile nel tempo.

Michele Lopez
Libero professionista a Roma