Di fronte a un paziente diabetico, in vista di un trattamento di chirurgia impiantare, si dovrà: contattare il suo medico curante, assicurarsi che il suo diabete sia equilibrato (HbA1C tra 6% e 6,5% sui 3 mesi), cominciare una terapia antibiotica (da 3 a 4 grammi di Amoxicillina 1-2 ore prima dell’intervento), pianificare l’intervento la mattina presto o dopo pranzo.
Il paziente è un uomo di 65 anni, con una protesi mobile superiore completa e una riabilitazione implantare inferiore, che presenta un diabete di tipo 2. Dopo aver visionato le radiografie (scanner e panoramica), si valuta che è possibile solo posizionare 6 impianti alla mascella, senza praticare chirurgia più pesante (rialzo del seno o innesti). Decidiamo così di pianificare una riabilitazione del blocco anteriore mascellare in vista dell’elaborazione di un ponte anteriore sul quale verrà connessa una protesi posteriore aggiunta.
Dopo la convalida del suo bilancio biologico, e gli esami pre operatori consueti, l’intervento viene fissato in prima mattinata, con indicazione al paziente di fare colazione normalmente e di sottoporsi a trattamento antibiotico al fine di avere una copertura pre operatoria. Il trattamento antibiotico proseguirà per 5 giorni.
La tecnica chirurgica scelta permetterà di ridurre la durata dell’intervento e il rischio operatorio: sanguinamento, calo di glicemia, rischio di infezioni. Nonostante la copertura antibiotica, infatti, sarà indispensabile eseguire una terapia preventiva della sepsi con questo tipo di paziente, perché particolarmente a rischio. Per l’anestesia locale, la nostra scelta cadrà su un anestetico con una bassa concentrazione di adrenalina, al fine di evitare un effetto iperglicemizzante.
Dopo l’incisione crestale da 15 a 25 e declinazione dei lembi vestibolari e palatali, la preparazione del sito inizia con curettage degli alveoli residui e posizionamento di un impianto provvisorio in posizione 23.
La tecnica utilizzata prevede due tempi operatori e l’utilizzo di 6 impianti TBR Connect.
Il posizionamento con il contrangolo degli impianti contribuirà alla riduzione del tempo dell’intervento. Le microspire cervicali dell’impianto ottimizzano l’ancoraggio corticale e conferiscono una migliore stabilità primaria. Il collo dell’impianto verrà livellato alla cresta ossea in modo che, anche con le viti di copertura in posizione, gli impianti non saranno sollecitati in modo indiretto attraverso la fibro-mucosa dell’appoggio della protesi rimovibile provvisoria. Una volta posati gli impianti e le viti di copertura, si privilegerà una sutura a sopraggitto al fine di ottenere una buona tenuta della ferita operatoria, e al fine di abbreviare allo stesso tempo i tempi dell’intervento. La protesi rimovibile transitoria sarà adattata e inserita immediatamente prima che si formi un eventuale edema.
Pubblicato il 11/03/2011

Olivier Benhamou
Libero professionista