Una paziente di 35 anni si è presentata nel reparto di odontoiatria restaurativa lamentando la presenza di un diastema tra i due incisivi centrali superiori. Già sottoposta a trattamento ortodontico, la mancanza di contenzione ha portato alla comparsa del problema. Dato il rifiuto da parte della paziente di intraprendere nuovamente una soluzione ortodontica, due restauri diretti vengono proposti come la soluzione meno invasiva.
Materiali e metodi
Un mock-up diretto è stato eseguito per scegliere la massa composito da utilizzare (A1 ceram.x universal). Dopo l’isolamento i denti sono stati mordenzati con DeTrey Conditioner 36 secondo le istruzioni del produttore. Successivamente, l’adesivo Prime&Bond XP è stato applicato e, dopo la fase di polimerizzazione, ceram.x universal A1 è stato usato per ricostruire gli elementi. Il posizionamento di un unico apporto per elemento e la modellazione sono stati eseguiti tramite l’uso di una spatola sottile e flessibile.
La procedura di rebonding è stata quindi effettuata con lo stesso adesivo usato precedentemente, questo per fare in modo di prevenire eventuali micro-infilatrazioni future causa di discolorazioni marginali e carie secondaria. Come ultimo passaggio, il sistema ceram.x gloss è stato usato per rifinire e brillantare i restauri. Tutte le foto sono state eseguite per mezzo di un corpo macchina full-frame abbinato a un obiettivo 150 mm macro.
L’illluminazione è stata fornita da due flash con relativi diffusori.
Discussione e conclusioni
Per chiudere un diastema in una paziente di 35 anni con buona igiene orale, l’ortodonzia è probabilmente la scelta migliore. Tuttavia, visto il fallimento precedente, la paziente si è rifiutata di intraprendere nuovamente questo percorso. I restauri indiretti sono stati scartati per il costo elevato. L’unica scelta, nonché quella meno invasiva, è quindi la ricostruzione diretta in composito dei due elementi.
La soluzione del caso è stata raggiunta in un singolo appuntamento da 1,5 ore grazie al mock-up diretto e alle proprietà mimetiche dei compositi ceram.x universal.
Il caso clinico è stato premiato come vincitore del Ceram.X Case Contest 2015/2016 ed è stato eseguito dallo studente Emanuele Nardelli presso l’Università di Milano, dipartimento di scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche, Istituto Ortopedico Irccs Galeazzi sotto il tutoraggio del professor Eugenio Brambilla

Emanuele Nardelli
Studente di Odontoiatria presso l'Università di Milano
Ancora !
E’ la seconda volta che vedo un caso di risoluzione di diastema . E ancora una volta manca un concetto fondamentale :NON SI UNSA LA DIGA PER LA RISOLUZIONE DEI DIASTEMI ( Pascal Magne , quientessenza edizioni ) Infatti in entrambi i casi il risultato non è ottimale. per risolvere bene il diastema BISOGNA ENTRARE NEL SOLCO GENGIVALE ,per avere un emergenza del profilo migliore .
Dott Rocco Barbero http://www.dentistadirho.com
Collega Rocco,
iniziare un commento con ANCORA, etichettando il lavoro di un giovane collega “ non ottimale “ perché non ha seguito la tua dottrina ( ovunque sia scritta ) non è utile per trasmettere la tua idea in merito al ripristino del diastema.
Se qualcuno giudicasse in tale modo il tuo caso clinico, quale messaggio passerebbe ?
Aldo Crespi
Caro collega, vedendo le foto del risultato finale raggiunto da Emanuele altri aggettivi si possono impiegare ma non certo quello di “non ottimale” come scrivi nel tuo commento. L’isolamento del campo con invaginazione della diga resta un binomio fondamentale per la tecnica adesiva.
Pur comprendendo il dibattito sul quesito del profilo di emergenza,pensare ad una tecnica alternativa con filo intrasulculare o con altri sistemi (tipo laser o elettrobisturi), come saprai, non garantisce la sigillatura richiesta per il liquido sulculare .Questo è un presupposto indispensabile per il condizionamento adesivo di ultima generazione.
Un cordiale saluto Pamela Zucchi