Giunge alla nostra osservazione una paziente di circa 50 anni in buono stato di salute generale, senza alcuna patologia sistemica. Non assume continuativamente nessun tipo di farmaco ed è una forte fumatrice. Da circa 10 anni è completamente edentula sia a livello mascellare che mandibolare e porta due protesi totali rimovibili. Negli ultimi mesi, a seguito della comparsa di un gonfiore gengivale, non è più in grado di posizionare correttamente la protesi inferiore.
La paziente si presenta presso la clinica odontoiatrica dell’Ospedale San Paolo in possesso di una radiografia panoramica, eseguita la settimana precedente per una visita specialistica.
L’esame obiettivo intraorale evidenzia un aspetto normale delle mucose, la presenza di una buona quantità di cresta residua e in corrispondenza del versante vestibolare della regione edentula 33-34 una lieve tumefazione.
Il rigonfiamento è di circa 1,5 cm di diametro, la mucosa al di sopra è di aspetto normale e la palpazione evidenzia una consistenza elastica e stimola una sintomatologia dolorosa. Radiograficamente è presente un’area di radiotrasparenza in corrispondenza della lesione clinica.
Si decide di aspirare il contenuto della lesione. Il materiale prelevato si presenta come un liquido di colorito giallo intenso e non sono state rilevate tracce di fluido ematico.
Si programma l’intervento chirurgico e si richiede alla paziente di ricercare delle vecchie immagini radiografiche per verificare l’eventuale presenza di tracce della lesione nelle fase iniziali. Il giorno dell’intervento è stata consegnata un’immagine panoramica di circa 10 anni prima in cui si potevano notare in corrispondenza dei 4 incisivi inferiori lesioni periapicali radiotrasparenti. La maggior parte di queste lesioni sono conseguenza di una necrosi pulpare causa di una flogosi cronica che stimola i residui del Malassez e porta alla formazione di lesioni cistiche.
In seguito all’estrazione degli incisivi non sono state asportate tutte le lesioni e l’area radiotrasparente periapicale a 32 ha continuato a espandersi indisturbata. In ogni caso l’ipotesi diagnostica deve essere verificata a fine intervento con l’analisi istologica del materiale prelevato.
Per l’esecuzione dell’intervento è stata effettuata un’anestesia tronculare del fascio nervoso alveolare inferiore di destra e una infiltrazione plessica vestibolare e linguale. Il disegno del lembo è stato di tipo trapezoidale e l’incisione effettuata lateralmente ai margini della lesione ha permesso un’esposizione adeguata del tessuto osseo. Al momento dell’elevazione del lembo la parete della lesione adesa al periostio è stata lacerata portando alla fuoriuscita del liquido contenuto all’interno. È stata individuata la parete della lesione e facilmente clivata dal tessuto osseo. I margini ossei sono stati energicamente curettati e dopo abbondante lavaggio con soluzione fisiologica il lembo è stato suturato con punti staccati in seta 5/0.
L’anatomo patologo ha confermato la diagnosi di cisti infiammatoria di natura odontogena.
Da un punto di vista classificativo si tratta di cisti residua a causa dell’assenza dell’elemento dentario. Le recidive sono rare e per i controlli sarà sufficiente un accurato esame clinico e delle radiografie endorali.
Il caso proposto è stato di semplice risoluzione grazie anche alla frequenza con la quale è facile riscontrare questo problema nella routine odontoiatrica.

Alberto Pispero
Specialista in Chirurgia orale - Università di Milano, Unità operativa di patologia e chirurgia orale