In una paziente di sesso femminile di 20 anni, caratterizzata da una malocclusione di II classe I divisione, si procede all’avulsione dei blocchi radicolari 16 e 26, dopo di che si procede alla chiusura degli spazi distalizzando il gruppo frontale e correggendo la classe dentale.
Un iniziale arrotondamento degli apici degli incisivi superiori controindica ulteriori tentativi di intrusione.
Si ottiene un buon bilancio occlusale con i settimi superiori al posto dei sesti e gli ottavi funzionalmente validi al posto dei settimi.
Il caso è caratterizzato da un compenso dentale senza avanzamento mandibolare, ottenuto con l’applicazione di una meccanica di I classe.
Si è avuto un modesto cambiamento estetico facciale; infatti, anche se la paziente è felicissima di non avere più i denti “da coniglio”, manca quell’avanzamento del mento che avrebbe reso ottimale il trattamento. Rimane buona comunque la situazione occlusale e parodontale a distanza di 20 anni senza contenzione.
Il caso clinico è tratto dal volume di Massimo Rossi “L’ortognatodonzia nella pratica clinica”.
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Massimo Rossi
Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Clinica Odontoiatrica Stomatologica e Ortognatodonzia. Si occupa di Ortognatodonzia da circa 30 anni. Socio Andi, Aio e Sido. È socio fondatore del Cenacolo Odontostomatologico Novarese. Svolge Ia libera professione in Arona (No).
caso meraviglioso complimenti
Insindacabile l’iter terapeutico scelto per risolvere la problematica senza sfociare nella prassi chirurgica. Non sono invece concorde con la finalizzazione eseguita, per l’eccessivo tip distale e mesiale fornito agli elementi rispettivamente 5° e 7° dei due quadranti superiori e il residuarsi di evidenti diastemi tra gli stessi elementi, nonchè tra i settimi e gli ottavi; un buon controllo dell’ancoraggio unito all’uso di meccaniche di scorrimento avrebbe potuto minimizzare il problema.
Sarebbe poi interessante visionare delle foto intraorali post-trattamento in modo da evidenziare l’esito delle recessioni gengivali (es. 2.1, 1.3) prima presenti.
Considero infine corretta la scelta di colmare la discrepanza antero-posteriore con una contemporanea vestibolarizzazione e palatalizzazione degli incisivi, rispettivamente inferiori e superiori, in modo da non influire eccessivamente sull’estetica nasale, già abbastanza prominente di suo.