Tecnologie digitali e materiali innovativi hanno aperto una nuova stagione dell’odontoiatria conservativa. La curva di apprendimento però è ancora lunga e non è detto che con queste nuove lavorazioni si riesca a eguagliare l’eccellenza raggiungibile con le tecniche tradizionali: «non è dimostrata una migliore qualità dei restauri Cad-Cam rispetto a quelli con tecniche tradizionali dirette e indirette» dice Stefano Patroni, presidente Aic. Tempi e costi, invece, possono essere ridotti di molto rispetto al passato
«I cambiamenti professionali dell’ultimo periodo sono stati assolutamente rapidi e repentini e di conseguenza il programma del 18esimo congresso nazionale dell’Accademia italiana di conservativa (Aic) cerca di soddisfare al meglio le esigenze di aggiornamento in una professione in completa evoluzione – dice Stefano Patroni, presidente della società scientifica –. Sempre più l’ambito restaurativo si è spostato verso la conservazione dei tessuti esistenti al fine di ottimizzare la resistenza del complesso costituito da dente e restauro; quante corone, in questo ultimo decennio, si sono trasformate in restauri parziali adesivi, come overlay e faccette» fa notare il clinico.
Stefano Patroni, presidente dell’Accademia, si augura che l’evento, in programma dal 5 al 7 maggio a Riva del Garda (Trento), segni una tappa fondamentale nell’ambito della professione odontoiatrica e in particolare nell’ambito dell’odontoiatria restaurativa. Addizione, mininvasività, odontoiatria digitale, semplificazione delle procedure sono le linee guida seguite dal congresso.

Stefano Patroni
Dottor Patroni, quali sono i “tips&tricks” per semplificare i trattamenti?
I “tips&tricks”, i “trucchetti clinici” della tradizione americana, sono procedure e piccoli accorgimenti clinici o tecnici che permettono di semplificare e velocizzare una serie di terapie restaurative dirette e indirette, senza tralasciare durata ed estetica delle prestazioni eseguite. È stata la tecnologia a permettere buona parte di questi vantaggi; una maggiore conoscenza e consapevolezza dei professionisti nell’offrire terapie più conservative e semplificate hanno fatto il resto.
Cos’è e come si realizza la restaurativa “less prep”?
Si realizza da un lato con procedure cliniche, come l’apertura della dimensione verticale, che permette di ottenere spazio per il materiale restaurativo; dall’altro grazie alla tecnologia, in particolare il Cad-Cam, che ci mette a disposizione materiali sempre più resistenti a spessori ridotti. Le due cose portano a preparare meno i denti dei nostri pazienti, conferendo loro un complesso dente-restauro più resistente e quindi più longevo.
L’accesso a nuovi materiali sempre più performanti e resistenti anche a spessori minimali, insieme alle tecniche adesive di cementazione, ci permette nel caso di denti molto usurati un intervento quanto mai conservativo e rispettoso dei tessuti residui, che tende alla sola addizione di materiale di restauro senza quasi comportare l’inutile sacrificio di tessuto sano.
Come si possono ridurre i costi dei trattamenti per venire incontro alle difficoltà economiche di alcuni pazienti? A questo scopo, si può passare anche attraverso una riduzione delle sedute?
Le nuove tecnologie digitali, insieme alle migliori performance cliniche dei materiali restaurativi e la maggiore consapevolezza dell’aspetto biologico da parte dei professionisti, hanno portato a una riduzione dei costi dei trattamenti, grazie a un minor utilizzo delle protesi convenzionali. Di conseguenza sono anche diminuite le sedute in quanto ci sono meno passaggi tra studio dentistico e laboratorio odontotecnico.
In questo anche il miglioramento delle metodiche chair-side e, come appena detto, delle tecniche digitali in genere, ha portato un contributo sostanziale.
L’apprendimento per le tecnologie digitali da usare in conservativa richiede tempi lunghi?
L’eccellenza clinica porta sicuramente ad almeno tre fattori importanti: un’estetica perfetta e la conseguente soddisfazione del paziente; un ottimo restauro della forma e quindi della funzione del dente; un documentato aumento di durata nel tempo del restauro. Con le metodiche abituali, la ricerca dell’eccellenza può portare a un considerevole aumento dei tempi e dei costi, per cui la ricerca è impegnata a fornire al dentista materiali e metodiche che consentano ottimi risultati nei tre fattori ricordati con tempi e costi accettabili dal paziente.
Il digitale, sia nel design che nella fabbricazione dei manufatti per restauro, va in questa direzione: la curva di apprendimento per un utilizzo ottimale e quotidiano è però lunga. Occorre estrema familiarità con l’uso dei programmi digitali, apprendere l’impiego degli hardware e dei software per il rilievo delle impronte ottiche e per la progettazione e la fabbricazione nello studio o in laboratorio dei restauri: prove, cementazione, rifiniture sono le stesse che si impiegano per altri tipi di restauro, ma per un risultato finale paragonabile devono essere eseguite con ancora maggiore attenzione.
Le tecnologie migliorano i risultati ma semplificano o complicano i trattamenti?
Le tecnologie di fabbricazione dei restauri con metodiche Cad-Cam sono pensate per ottenere un risultato medio accettabile, mentre con il loro uso non è semplice ottenere quell’eccellenza alla quale è dedicato il congresso. Ad ogni modo non è dimostrata una migliore qualità dei restauri Cad-Cam rispetto a quelli ottenuti con tecniche tradizionali dirette e indirette. Tempi e costi possono essere di certo inferiori, ma si devono considerare sia i costi di acquisto delle apparecchiature che la rapida obsolescenza di qualsiasi sistema digitale oggi prodotto.
Certamente le metodiche digitali permettono al professionista di utilizzare materiali altamente performanti ai quali altrimenti non avrebbe accesso.
Credo sia poi opportuno ricordare che con l’aiuto della tecnologia si possono ottenere ottimi risultati che però mai prescindono dalla preparazione e dalla professionalità dell’odontoiatra, che è chiamato a lavorare in modo diverso dall’usuale, spesso a monitor e con un mouse in mano nel dirigere un’orchestra composta da strumenti differenti da quelli usuali.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal
TIPS & TRICKS IN CONSERVATIVA_Possono apparire come uno slogan, ma i “tips & tricks” (letteralmente suggerimenti e trucchi) rappresentano un modo differente di operare. Stefano Patroni, presidente dell’Accademia italiana di conservativa, ci fa qualche esempio.
TIP Rimuovere tessuti sani residui il meno possibile, o addirittura non rimuoverli (sfruttando l’apertura della Dvo, quando possibile). Ciò permette di avere il complesso dente-restauro più resistente agli stress occluso masticatori.
TRICK Durante le fasi di inserimento delle matrici sezionali negli spazi prossimali e nelle fasi di rifinitura del restauro stesso, utilizzare una doppia spatola è molto utile per aprire un po’ il punto di contatto. Ciò permette di gestire in maniera ottimale queste aree.
TRICK La preparazione del margine cavitario vestibolare, punto cruciale nella mimetizzazione del restauro, deve essere differenziata sulla base delle caratteristiche biomeccaniche del materiale impiegato. Il bisello corto arrotondato rappresenta la scelta corretta, specialmente utilizzando le nuove masse composito body con un bilanciato grado di traslucenza che, in base allo spessore utilizzato, consentono di mascherare in modo adeguato la preparazione senza la necessità di ricorrere a dentine opache.
TRICK La matrice sezionale deve rappresentare un mezzo di impiego routinario nel ripristino dell’anatomia interprossimale, permettendoci di ricreare corretti profili di emergenza e perfetti punti di contatto con gli elementi adiacenti. Come è possibile stabilizzarla permettendo all’operatore di mantenere una mano libera? Sarà sufficiente ancorarla sul versante vestibolare con una piccola quantità di composito, adattandola facilmente, grazie alla sua elasticità intrinseca, alla anatomia dentale.