Il paziente D. A. di anni 71 dopo diversi anni si convince alla riabilitazione del quadrante tre decidendo, su nostra indicazione, di inserire un impianto in posizione 3.6 (fig. 1).
La decisione è serena, mentre l’ipotesi ortodontica di distalizzare il settimo non viene accettata, nonostante le nostre spiegazioni. Nella pratica clinica un compromesso terapeutico, anche se “concettualmente” non corretto, deve essere, entro certi limiti, messo in conto.
Il piccolo difetto verticale e vestibolare viene risolto con membrana e bone chips (figg. 4 e 5). Data l’inclinazione mesiale del settimo, consideriamo l’equidistanza ossea in direzione apicale degli elementi adiacenti, piuttosto che la visione occlusale che inevitabilmente sarà più distale che mesiale (fig. 11).
Così la presunzione di essere volutamente assiali (fig. 7) comporterà un adattamento protesico, compromesso inevitabile se si vuole avere lo stesso spessore mesio-distale di osso intorno all’impianto.
Su nostra indicazione il tecnico ci accontenta con le caratterizzazioni (fig. 14) e il paziente, particolarmente collaborativo, apprezza la mimetizzazione nella sua bocca; non solo, ma anche accetterà favorevolmente l’eventuale rifacimento, se sarà il caso, della conservativa mesiale e distale all’elemento protesico con compositi caratterizzati come i suoi elementi naturali.

Aldo Crespi
Libero professionista a Corsico (Milano)
sarebbe stato interessante se il pz 71enne avesse accettato l’orto. :)
Saluti.
Gentile Collega gfoca,
come scritto nel testo ci abbiamo provato, ma non sempre nella pratica clinica è possibile realizzare un protocollo ideale, questo per una serie di motivi più o meno complessi che coinvolgono sia gli aspetti economici che quelli di impegni del paziente stesso.
Come sempre grazie per la tua partecipazione attiva.
Un cordiale saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo
Era ironica la battuta,fare orto su 71enne penso che sia abbastanza raro..
Caro gfoca,
certo che era ironica per te, ma non per noi. Per nostra fortuna l’ortodontista non si fa condizionare dall’età del paziente ma solo dalle condizioni generali e soprattutto parodontali.
Infatti abbiamo più volte corretto con “sezionali pre-protesici”.
Scritto questo comprendo che per molti non si tratti dello standard, ma la mia risposta era coerente e come avrai notato serena proprio per questo.
E’ un piacere essere seguiti con tanto interesse. Un saluto. Aldo
Anch’io molto serenamente mi piacerebbe conoscere le % di trattamenti orto che applica la tua ortodontista negli over 70enni .
Piacere reciproco.
Saluti.
Un collega anestesista rianimatore, nostro paziente, tratta i suoi di tutte le età e anche se gli over 70 sono certamente diversi rispetto alle prospettive di vita di un ventenne meritano lo stesso trattamento. La collega ortodontista applica la stessa filosofia.
Scritto questo comprendo perfettamente il tuo punto di vista, non solo ma ti confermo che la percentuale di casi è modesta, ma perché escluderli.
Ricambio il piacere reciproco e vorrei si diffondesse.
Buon lavoro alla prossima.
Aldo
Nella ns. pratica clinica e di molti studi che conosco i trattamenti orto a pz over 70,spesso con vecchi ponti,edentuli o parzialmente edentuli,sono direi inesistenti.Condivido che la filosofia é quella giusta, e non escludo che qualche caso si possa anche trattare,la realtà quotidiana pero’ come tu spesso scrivi é ben diversa.
Buona giornata.
Caro collega,
hai scritto in modo preciso il nostro pensiero, ma ci sono casi particolari di pazienti in ottime condizioni sia generali che parodontali che sarebbe un peccato non trattare con un semplice sezionale ortodontico ottenendo un risultato clinico migliore. Alcuni settantenni sono messi meglio di pazienti più giovani !
Buona giornata anche a te e buon lavoro.
Aldo