«Cari pazienti del Colorado Springs Pediatric Dentistry, riteniamo importante informarvi che due membri del nostro team sono risultati positivi al coronavirus. Poiché abbiamo due casi confermati nella nostra organizzazione, saremo elencati nel sito web della contea di El Paso come “sito epidemico”. […] In piena trasparenza vorremmo spiegarvi la natura dell’esposizione nel nostro studio. […] Un membro del nostro personale amministrativo ha contratto il virus da un componente della sua famiglia. […] Un altro membro del personale amministrativo è stato messo in quarantena […] e in seguito è risultato positivo. […] Anche se non richiesto dalla contea o dallo stato, abbiamo scelto di sottoporre tutto il nostro personale amministrativo al test per Covid19 e i risultati sono stati negativi. […] Abbiamo ritenuto prudente testare anche il nostro staff clinico e i risultati sono stati negativi. Nonostante lo screening, il distanziamento sociale e i dispositivi di protezione individuale utilizzati nel nostro studio rendano improbabile che i pazienti o i loro genitori siano stati esposti al virus, è importante sapere che qualche rischio esiste».
«Come alcuni di voi già sapranno, molti dei nostri dipendenti (Smile Orthodontics and Pediatric Dentistry, ndr) sono risultati positivi al Covid19. […] Domenica 12 luglio uno degli impiegati amministrativi ha iniziato a manifestare sintomi mentre era a casa. […] Nei giorni successivi, altri quattro impiegati amministrativi hanno manifestato sintomi lievi, si sono isolati a casa e successivamente sono risultati positivi. Questi membri del team interagiscono solo brevemente o non hanno alcuna interazione con i pazienti. Altri dipendenti che lavorano vicino a loro sono risultati negativi al test. Nessun altro membro del team ha avuto sintomi di Covid19. Poiché nessuno dei dipendenti risultati positivi al test ha interagito con i nostri pazienti o i loro genitori o lavora nelle aree di trattamento dei pazienti, riteniamo che nessuno di questi sia stato esposto al virus nel nostro studio.
Questi stralci di comunicazioni apparse sulle pagine Facebook di due studi di odontoiatria pediatrica americani (che si possono facilmente ritrovare online e leggere integralmente), aprono un capitolo di discussione importante sull’attività dei prossimi mesi: come gestire la comunicazione dello studio in caso di contagio e di eventuale necessità/obbligo di sospendere l’attività? «Credo sia fondamentale prepararsi all’evenienza, redigendo in anticipo un comunicato da utilizzare in caso di necessità. Aspettare di farlo nel momento in cui si sarà travolti dagli eventi, potrebbe portare a comunicazioni affrettate, poco ragionate e potenzialmente pericolose per la reputazione dello studio» riflette Liva Barenghi, esperta di prevenzione infezione crociata in odontoiatria, che ha sollevato il problema della comunicazione durante la pandemia in un suo recentissimo lavoro pubblicato su Dental Research and Oral Health.
In effetti chiudere lo studio e annullare tutti gli appuntamenti senza dare spiegazioni precise ai pazienti e, eventualmente, ai media locali, non sembra una buona idea: l’assenza di una comunicazione istituzionale può lasciare spazio a illazioni e speculazioni. «È difficile dimostrare un’infezione iatrogena durante la pandemia Covid19; tuttavia il tracciamento dei contatti (App Immuni) e i social media potrebbero metterci sulla graticola» scrive infatti Livia Barenghi, preoccupata delle ripercussioni sulla reputazione degli studi dentistici in cui dovessero evidenziarsi dei casi di positività tra il personale o tra i pazienti. Un’ipotesi certo non remota. Infatti, durante il lockdown, 14,4% dei dentisti lombardi ha riportato uno o più sintomi riferibili a Covid19 (Cagetti MG, Cairoli JL, Senna A, Campus G. Covid19 outbreak in North Italy: an overview on dentistry. A questionnaire survey. Int J Environ Res Public Health. 2020 May 28;17(11):3835).
Non è difficile immaginare studi legali pronti a supportare ex-pazienti nel tentativo di dimostrare una responsabilità dello studio dentistico nel proprio contagio, per arrivare a una successiva richiesta di risarcimento danni. Se dal punto di vista medico-legale sarà possibile dimostrare il buon operato dello studio, ligio nell’osservare le prescrizioni fornite, ad esempio, dalle “Indicazioni operative per l’attività odontoiatrica durante la Fase 2 della pandemia Covid19”, dal punto di vista della comunicazione si rischia un danno reputazionale e di immagine enorme, irreparabile. Per questo non è prudente subire la comunicazione: meglio guidarla, preparandosi per tempo. Anche nelle piccole cose, come le domande dei pazienti, che devono trovare sempre una risposta pronta, adeguata e soddisfacente: «Qualcuno in studio ha avuto il Covid?», «Avete fatto recentemente i tamponi o il sierologico a tutto il personale?», «Vi misurate ogni giorno la temperatura?»
Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal