La clorexidina è considerata ormai da più di 40 anni, in tutti i protocolli terapeutici per denti naturali e impianti dentali, come l’antisettico “gold standard”. Il suo uso non è comunque privo di possibili effetti collaterali: accanto a quelli rari o poco frequenti, come reazioni da intolleranza, arrossamenti o desquamazioni mucose, c’è la formazione di discromie e macchie su denti e manufatti protesici, un aumento dell’accumulo di tartaro e l’alterazione della percezione del gusto.
Alcuni studi di laboratorio hanno inoltre evidenziato una possibile azione della clorexidina sulle cellule della mucosa orale, in quanto la sostanza sarebbe in grado di interferire con fibroblasti e cheratinociti, riducendone la proliferazione e causandone la morte per lisi della membrana. Successivi studi “in vivo” hanno però ridimensionato l’allarme, concludendo che questo effetto, sebbene presente, possa essere considerato del tutto marginale rispetto ai benefici che la clorexidina porta con il suo utilizzo e comunque evidente soprattutto in caso di utilizzo prolungato.
«Curasept ADS DNA è il primo prodotto a base di clorexidina che prende seriamente in considerazione gli effetti collaterali della clorexidina, offrendo una soluzione non solo per il problema delle pigmentazioni dentarie, ma anche per gli effetti collaterali sulle cellule della mucosa orale del paziente» spiegano dall’azienda.
Il sistema ADS è un sistema brevettato basato su due componenti fondamentali, l’acido L-ascorbico e il sodio metabisolfito, che inibiscono selettivamente le due reazioni ritenute le principali responsabili della formazione dei pigmenti. Una recente revisione sistematica della letteratura condotta dall’Università di Amsterdam ha definitivamente sancito che il sistema ADS non interferisce con la clorexidina, che può agire senza inibizioni sulla formazione della placca, prevenendo anche l’infiammazione gengivale.
Ora con l’introduzione di un ulteriore componente aggiuntivo, il DNA sodico, il collutorio è in grado di proteggere i processi di guarigione, velocizzando i processi riparativi, ma anche di garantire una maggiore sopravvivenza cellulare di fronte agli insulti chirurgici, fisici e biochimici. Uno studio dell’Università di Milano eseguito su epiteli umani ricostituiti in laboratorio ha infatti mostrato come i tessuti esposti a clorexidina, in presenza di DNA sodico, presentano un livello inferiore di alterazioni cellulari e di necrosi di fibroblasti e cheratinociti. In sostanza, la presenza di DNA sodico unitamente alla clorexidina è in grado di prevenire anche quegli effetti collaterali che, sebbene ritenuti marginali rispetto ai benefici, avvengono costantemente ad ogni utilizzo di prodotti antisettici, offrendo al professionista una maggiore sicurezza ed affidabilità anche in caso di utilizzo prolungato, come nei pazienti parodontali o in fase di mantenimento.
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