Le scelte alimentari possono fare la differenza in patologie comportamentali come carie e parodontite. Lo smalto dentale perde sostanza nel tempo ma può anche riacquistarla: ecco gli alimenti in grado di nutrirlo
Addio allo zucchero, sì ai “super alimenti” per nutrire i denti come pesce, cioccolato amaro, miele, caffè, latte, yogurt, noci, mirtilli e sedano; stop a vino e bibite dopo il primo piatto e bere tanta acqua: si possono riassumere così i consigli per un’alimentazione della salute orale contenuti nel libro “La dieta del sorriso: mangiare bene per la salute della bocca” presentato da Luca Levrini, odontoiatra e docente all’Università dell’Insubria, lo scorso novembre al Mondadori Megastore di piazza Duomo a Milano affiancato da Enrico Gherlone, presidente del Collegio dei docenti universitari di discipline odontostomatologiche, a dimostrazione dell’attenzione dell’accademia, oltre che sulla formazione, anche verso le iniziative di divulgazione scientifica. Un’attività di comunicazione e prevenzione che è importante sia mediata da figure competenti, capaci di informare i cittadini nel modo più semplice possibile e allo stesso tempo aderente alla scienza. Così il libro è destinato soprattutto al grande pubblico ma può sicuramente tornare utile a dentisti e igienisti dentali per affinare le proprie competenze di counseling e prevenzione dirette al paziente, per stimolare un uso differente dell’alimentazione attraverso il «functional food», cioè quei cibi, freschi o trasformati, che sono naturalmente ricchi di molecole con proprietà benefiche e protettive per l’organismo, in grado di svolgere un’azione preventiva sulla salute.
Alimentazione attenta alla salute del cavo orale significa soprattutto attenzione verso lo smalto che, come spiega l’autore, «non è una struttura statica, ma dinamica, che perde sostanza ma può anche riacquistarla». Come? Nutrendo i denti con alimenti ricchi di calcio, fosfato e magnesio. «Mentre beviamo il classico caffè zuccherato il nostro smalto si riduce in spessore, perdendo calcio e fosfato. È quindi molto utile finire i pasti con yogurt, formaggio o altri alimenti che contengono queste sostanze e che sono quindi in grado di nutrire i nostri denti» spiega l’esperto, che nel suo libro esplora la prevenzione e la salute orale attraverso il cibo e la nutrizione di denti e gengive.
Tanta acqua e poco zucchero
A sentire gli esperti, lo zucchero semplice andrebbe abolito. Poco importa se sia bianco o di canna: sono dannosi allo stesso modo. Via libera invece allo zucchero complesso di pane, pasta e pizza, meglio se integrali. «Dovremmo iniziare a considerare lo zucchero semplice, il saccarosio, come la nicotina del futuro e iniziare davvero a farne a meno – consiglia Luca Levrini –. Lo zucchero è già presente naturalmente negli alimenti e bisogna evitare di aggiungerlo a caffè, macedonia e altri cibi preparati. In alternativa va benissimo la stevia o il miele, che fa bene a tutto il cavo orale soprattutto se disciolto in tisana, perché diluito perde la sua viscosità». Lo zucchero semplice, oltre a essere già contenuto in tutti i cibi, compresa naturalmente frutta e verdura, spesso viene aggiunto nei cibi dai produttori alimentari. Così lo troviamo, ad esempio, anche nei prodotti surgelati.
Il razionale scientifico di questa scelta «sugar free» è nelle sostanze acide prodotte dai batteri che metabolizzano gli zuccheri. Questi batteri infatti sono nocivi per gli elementi dentari e le gengive non perché le attaccano direttamente ma perché producono, trasformando lo zucchero, sostanze acide in grado di corrodere lo smalto. Gli zuccheri semplici verranno trasformati in acido molto presto da questi batteri, mentre gli zuccheri complessi saranno una minaccia solo se lasciati nel cavo orale per molto tempo.
Questa acidità ha riflessi non solo locali ma anche sistemici: «se il pH della saliva è acido, l’organismo mobilizza sostanze dal tessuto osseo per controbilanciare questa acidità. E i denti, che hanno una struttura ossea, ne risentono così come tutta la struttura ossea del nostro corpo» spiega la nutrizionista Diana Scatozza. Per mantenere il pH della saliva entro valori fisiologici, il più possibile neutri, è importante dunque mangiare cibi che, sia in bocca che una volta digeriti e assimilati dall’organismo, non producano acidità. La frutta ad esempio, sebbene possa essere considerata un alimento acido nel momento in cui la mettiamo in bocca, una volta digerita essa si scopre importantissimo elemento riequilibratore del pH grazie al suo effetto alcalinizzante, simile a quello del latte.
In un’ipotetica cena allora sarà importante bilanciare l’assunzione di alimenti positivi e negativi per i nostri denti, in particolare confinando il vino e le bibite all’aperitivo e alla prima portata, per poi invertire la tendenza e iniziare ad assumere cibi in grado di nutrire lo smalto, compensando durante il secondo gli insulti subiti dal dente nelle portate precedenti. A partire dal secondo quindi è bene limitarsi all’acqua, da bere in abbondanza: non nutre, ma sicuramente dilava denti e gengive e aiuta a rimuovere, in attesa di uno spazzolamento a 40/60 minuti dal pasto, gli zuccheri dalla superficie dentale.
Importante anche l’azione meccanica data da una moderata consistenza dei cibi: sgranocchiare sedano e carote, ad esempio, aiuta a disgregare il biofilm della placca batterica e massaggiare le gengive.
La piramide alimentare
Luca Levrini ha così disegnato la sua piramide alimentare, con alla base gli alimenti più benefici per denti e gengive: cioccolato amaro, miele, caffè, olio, latte e yogurt, noci, mirtilli, sedano, stevia, uovo, carne e pesce, che nelle lische e nella pelle contiene tanto fluoro. Tutti alimenti che nutrono il dente. Ogni cibo ha le sue concentrazioni di calcio, fosfato e magnesio e il libro li classifica in una tabella di uso pratico.
Ci sono insomma tanti piccoli accorgimenti alimentari che, ad ogni età, ci permettono di salvaguardare la struttura dei nostri denti e la fisiologia di tutto il cavo orale. Proprio perché carie e gengiviti sono malattie comportamentali, è possibile incidere molto a livello preventivo, anche attraverso le scelte alimentari. Con un punto fermo però: l’igiene domiciliare. «Tutti gli sforzi sulla dieta vengono vanificati in assenza di una accurata igiene orale» ha concluso Luca Levrini.
Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal