Recenti dati suggeriscono che un impianto ogni dieci è affetto da perimplantite dopo 5-10 anni, e un numero anche maggiore da mucosite.
Sono stati proposti diversi approcci per il trattamento della perimplantite e della mucosite, che sono entrambe lesioni infiammatorie di natura infettiva causate dai batteri del biofilm orale. Nella mucosite il processo infiammatorio si estende ai tessuti molli perimplantari, mentre la perimplantite è caratterizzata da perdita progressiva di tessuto osseo di supporto.
Il trattamento mira a eliminare il processo infiammatorio mettendo sotto controllo l’infezione batterica e ristabilendo un equilibrio positivo tra flora batterica e ospite. Punti importanti della terapia sono il controllo della placca batterica e quindi del biofilm, la decontaminazione della superficie implantare e un eventuale trattamento antibiotico aggiuntivo.
Fra i trattamenti aggiuntivi vi sono gli antibiotici topici come la doxiciclina a rilascio controllato, che può essere utilizzata prima del trattamento chirurgico della perimplantite per ottenere dei tessuti meno infiammati al momento della chirurgia, oppure può essere utilizzato nell’ambito di un approccio non chirurgico alla perimplantite.
Caso clinico 1
Paziente fumatrice affetta da perimplantite che ha coinvolto diversi impianti portando anche alla perdita di alcuni di essi.
L’impianto in zona 15 è stato trattato con air-abrasion (glicina) e punte US plastic e Ligosan (Kulzer) mentre si completava il trattamento chirurgico del secondo quadrante (rimozione impianti, GBR e nuovi impianti) (fig. 1).
Dopo circa sei mesi è stato effettuato il trattamento chirurgico della perimplantite per l’impianto in zona 15 (fig. 2). Nel frattempo, è stato ottenuto un buon controllo di placca domiciliare e la cessazione del fumo. Il risultato si è dimostrato stabile con un follow-up di 3 anni (figg. 3 e 4).
Caso clinico 2
Paziente fumatore che a distanza di 5 anni da una riabilitazione implanto-protesica bimascellare presenta aumento di profondità di tasca (PPD), con essudato e sanguinamento su impianto 42.
Il trattamento è stato eseguito con approccio non chirurgico; sono state rinnovate istruzioni e motivazione al controllo di placca domiciliare, è stato effettuato il trattamento della superficie implantare con punte US plastic e air abrasion (eritritolo), applicazione di Ligosan (Kulzer), sciacqui con clorexidina 0,12.
Il follow-up a otto mesi rileva assenza di sanguinamento, riduzione di PPD (5 mm D, 3V, 3L, 4M) e parziale riempimento radiografico del difetto (figg. 5 e 6).
Conclusioni
In entrambi i casi clinici, dopo aver messo sotto controllo i fattori di rischio collegati con la perimplantite, il trattamento, che si è avvalso anche dell’utililizzo di antibiotici topici a rilascio controllato (doxiciclina), è stato in grado di controllare l’infezione ottenendo una riduzione dei parametri infiammatori.
Per la perimplantite attualmente non esistono ancora protocolli di terapia chirurgica e non chirurgica che abbiano il più alto grado di evidenza scientifica. In questo contesto l’utilizzo degli antibiotici topici, associato agli altri presidi della terapia non chirurgica, rappresenta una possibilità da valutare con attenzione per la minore invasività e per i minori effetti collaterali (non ultimo il problema dell’antibiotico-resistenza) legato all’uso degli antibiotici per via sistemica.
Autori:
Giorgio Ban, libero professionista a Cattolica (Rimini)
Francesca Renzi, igienista dentale

Giorgio Ban
Libero professionista a Cattolica (Rimini)