
Consuelo Sanavia, igienista dentale, presidente Sisio
Al prossimo congresso della Società italiana di scienze dell’igiene orale si parlerà di ergonomia di lavoro alla poltrona ma non solo. Sempre viva l’attenzione sulla medicina degli stili di vita, che promette tanto in termini di prevenzione
Alle prese in passato con lotte sindacali per il riconoscimento della figura e impegnati oggi a sostenere e comunicare il loro ruolo in ambito sanitario, gli igienisti dentali si erano occupati poco, finora, degli aspetti scientifici e tecnologici che ruotano attorno alla professione. Naturalmente non è mai mancata l’attenzione sull’ambito clinico, ma è sempre stata, per ovvie ragioni, secondaria rispotto alle dinamiche sindacali e occupazionali come è normale che sia per una professione relativamente «giovane». Così storicamente l’associazionismo della categoria si è concentrato nell’Aidi (Associazione igienisti dentali italiani) e nell’Unid (Unione nazionale igienisti dentali), nate per la tutela sindacale della professione.
Lo spazio scientifico e culturale è stato colmato qualche anno fa dalla nascita di una vera e propria società scientifica, Sisio (Società italiana di scienze dell’igiene orale – www.sisio.it), che si è posta gli obiettivi di «creare i presupposti per una crescita culturale e soprattutto scientifica dell’igienista dentale».
Si è arrivati molto presto all’ottava edizione del congresso Sisio, che quest’anno si terrà a Milano venerdì 6 e sabato 7 maggio e dove si parlerà di ergonomia, estendendone il concetto e valutandone i diversi aspetti che esso richiama. Non solo postura insomma ma anche ergonomia strumentale, ambientale e comunicativa. «L’ergonomia oggi è ciò che può esprimere uno stile di vita lavorativo per prevenire malattie professionali e per erogare delle buone prestazioni ai nostri pazienti» ci ha detto Consuelo Sanavia, attuale presidente Sisio.
Dottoressa Sanavia, che aspetti dell’odontoiatria indaga la vostra società scientifica e in quali ambiti c’è necessità di approfondire la conoscenza clinica?
Il nostro ambito è la clinica preventiva allargandone l’orizzonte a un moderno concetto, ovvero quello di dare salute ma anche benessere psicofisico al paziente e in questo abbiamo una prospettiva di cambiamenti che sono già in atto e che prevedono un continuo aggiornamento e impegno per gli igienisti dentali, volti a una clinica orale sempre più completa e salutistica in generale.
Le faccio un esempio: se un tempo l’aggiornamento era maggiormente dedicato alle problematiche parodontali e della patologia cariosa, oggi ci occupiamo anche del mantenimento estetico dentale e della protezione dei tessuti orali in generale, spesso sottoposti a danneggiamento per problemi sistemici o legati a scorretti stili di vita.
Dal punto di vista tecnologico c’è una grande offerta di dispositivi medici sia da utilizzare alla poltrona che in autonomia dal paziente a casa. In generale è tutto sicuro ed efficace o c’è la necessità di alzare l’attenzione su scelta e utilizzo delle tecnologie?
Sì, il mercato offre molto ed è importante saper distinguere ciò che è veramente necessario da ciò che è utile ma non indispensabile. La tecnologia quando è di qualità è efficace e sicura, sia essa ambulatoriale che per il paziente. La cosa importante è che il professionista deve conoscerla, formarsi sull’utilizzo e valutare i benefici che può portare alla sua clinica, considerandone anche l’aspetto ergonomico. Lo stesso criterio vale per il pazienti che hanno bisogno di avere dei consigli e delle prescrizioni sempre personalizzate e che devono essere indirizzati ad acquistare prodotti o strumenti efficaci e sicuri.
Al congresso di Milano si parlerà di ergonomia sotto diversi punti di vista. Quali sono i principali errori da non compiere mentre si lavora?
In Italia il concetto di ergonomia è sempre rimasto un concetto teorico e filosofico più che pratico e pertanto gli errori sono tanti, iniziando da come vengono disegnati gli ambienti di lavoro. L’igienista dentale, essendo un collaboratore esterno, non sceglie quasi mai il suo ambiente, quindi deve ottimizzare la sua postura che dev’essere dinamica e orientata alla prevenzione delle patologie muscolo scheletriche che possono rendere il lavoro doloroso e stressante. Un ruolo importante lo riveste l’organizzazione e le valutazioni dei tempi lavorativi con le giuste pause e poi la scelta degli strumenti che consentano l’attuazione di posizioni neutre e non affaticanti.
In quali documenti è contenuta la buona pratica clinica in igiene orale, che richiama anche aspetti legati alla responsabilità professionale degli operatori? Insomma a quali linee guida è più corretto allinearsi?
Esistono le Raccomandazioni del ministero della Salute che sono state da poco rinnovate, ma la realtà è che i protocolli operativi di prevenzione sono oramai così vasti e allargati a nuovi scenari come tutta la medicina degli stili di vita che alla fine cosa conta di più è la passione che ogni operatore medico e/o sanitario deve avere per il continuo aggiornamento.
Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal