Il deficit trasversale rappresenta una disgnazia che si manifesta clinicamente con una riduzione del diametro trasverso associata spesso alla presenza di un cross-bite mono o bilaterale e affollamento dentale. In queste condizioni cliniche l’approccio terapeutico di elezione, che ha come obiettivo primario il ripristino dei corretti diametri trasversali del mascellare superiore, è l’espansione palatale. Ovviamente la corretta scelta dell’apparecchiatura da utilizzare deve tenere conto dei vari momenti eziologici (età del paziente, vizi orali, ecc.), dell’entità della discrepanza tra mascellare superiore e mandibola e dei diametri trasversi delle strutture dento-scheletriche.
Alleo+ (Leone) è un espansore palatale lento, rimovibile, pensato e progettato come dispositivo estetico utilizzabile negli adulti, sia come terapia del deficit trasversale dento-alveolare che come dispositivo di pre-trattamento per l’utilizzo successivo degli allineatori dentali. Grazie all’azione delle balestre in nichel-titanio, il dispositivo esercita una pressione costante sui quadranti posteriori che stimola un ampliamento controllato del mascellare, con un conseguente guadagno di spazio in arcata .
Dal punto di vista clinico, essendo un dispositivo rimovibile, genera forze sul mascellare superiore leggere ed intermittenti, generando un’espansione lenta con un guadagno di spazio che ci consente di diminuire lo stripping, ridurre l’eventuale numero di allineatori dentali da utilizzare in seguito e diminuire i tempi terapeutici aumentandone la predicibilità.
Dal punto di vista biomeccanico la forza prodotta dalle molle in nichel-titanio è leggera e continua (900 gr). Le docce in resina sono individualizzate e rendono clinicamente un ottimo effetto bite-block di riposizionamento mandibolare (in caso di morso crociato con laterodeviazione) durante il processo lento e graduale di espansione. Nei casi di contrazioni monolaterali si è fatta esplicita richiesta di una geometria delle docce con una parte di ancoraggio e l’altra di spinta.
Caso clinico
La paziente M. P. di anni 34 giunge alla nostra osservazione con la richiesta di un trattamento ortodontico di tipo estetico, al fine di migliorare l’allineamento dentale e il sorriso. All’analisi del volto si evidenzia un viso di forma quadrata, simmetrico, e un profilo estremamente convesso. All’esame funzionale non si rilevano disfunzioni dell’Atm.
L’analisi cefalometrica (fig. 1) evidenza una seconda classe scheletrica associata a iperdivergenza con la presenza di un morso aperto anteriore. Gli incisivi superiori presentano un’inclinazione rispetto al piano bispinale di 109,85°. Gli incisivi inferiori (91,04°) sono protrusi rispetto al piano mandibolare e la loro posizione rispetto alla linea A-Pg risulta nella norma.
L’esame ortopantomografico (fig. 2) mostra pregresse cure dentarie e l’inclusione del 38 e del 48. L’esame intraorale (fig. 3) mostra un affollamento severo in arcata superiore e inferiore e un morso aperto con un rapporto interarcata di Classe I sia molare che canina. La contrazione dell’arcata superiore si esprime in una forma del palato stretta e curva sul dorso. Le linee mediane non sono coincidenti, la superiore risulta deviata leggermente a destra, l’inferiore a sinistra.
I valori cefalometrici dimostrano una tipologia dolicofacciale con un’eccessiva proclinazione anteriore degli incisivi superiori e inferiori. Gli obiettivi del trattamento sono l’espansione dell’arcata superiore la correzione del diametro trasverso e il recupero di spazio con armonizzazione di forma e funzione delle arcate e successiva terapia di allineamento dentale.
Dopo tre mesi dall’inizio dell’espansione si raggiunge un’ottima forma d’arcata superiore, un buon recupero di spazio e uno spontaneo miglioramento dell’affollamento superiore; con la stabilizzazione del risultato e l’armonizzazione della forma e della funzione delle arcate, abbiamo ottenuto il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati.
Si procederà alla successiva fase di allineamento dentale sicuramente con un numero inferiore di allineatori e una quantità di stripping ridotta (fig. 4).
Conclusioni
I risultati ottenuti comprovano l’efficacia, l’efficienza e la facilità di impiego dell’espansore lento Alleo+ (fig. 5) nella correzione dei deficit dento-alveolari trasversali. I vantaggi sono rappresentati soprattutto dall’estetica, dalla gestione semplificata di un dispositivo pre-attivato con un costante controllo visivo dell’attivazione, un’ottima sicurezza d’impiego e soprattutto l’utilizzo di forze predeterminate, leggere e costanti, fondamentali per una buona predicibilità dei risultati. Alla luce delle attuali evidenze scientifiche siamo sereni nell’affermare la necessità di integrare al trattamento con allineatori dentali altre soluzioni estetiche e dispositivi ausiliari, spostandoci verso un concetto di terapia ibrida, al fine di ridurre sempre di più il gap esistente tra quello che virtualmente programmiamo e ciò che invece la biologia del paziente ci dimostra.

Massimiliano Ciaravolo
Specialista in ortognatodonzia, Libero professionista a Napoli