In odontoiatria l’estrazione dentaria può essere considerata una pratica consueta, mentre l’avulsione dei denti del giudizio presuppone una maggiore esperienza chirurgica.
Se un dente a crescita ultimata non ha raggiunto il piano occlusale si intende incluso: nell’inclusione completa non c’è comunicazione tra elementi dentali e cavo orale, nella inclusione parziale il dente perfora con una porzione della corona la mucosa.
Il cambio dell’alimentazione e la tendenza evolutiva a una riduzione del diametro delle mascelle determina una sempre più crescente difficoltà al posizionamento corretto del dente del giudizio all’interno della cavità orale.
Sintomatologia ricorrente come dolore, gonfiore, pericoronarite devono far sospettare la presenza di una possibile anomalia nell’eruzione del terzo molare con quindi indicazione all’estrazione chirurgica.
Materiali e metodi
Dopo attenta valutazione dell’esame radiologico eseguito con Dental Scan (cone beam) si procede all’intervento, che viene eseguito in sedazione cosciente endovenosa e anestesia locale con articaina 1:100.000.
Si inizia inferiormente disegnando un lembo intrasulculare senza incisioni di scarico a partire dal primo o secondo molare a seconda della necessità operatoria, includendo o meno la papilla dipendentemente dalla salute parodontale dei tessuti. Si prosegue distalmente al settimo con direzione obliqua leggermente vestibolare a tutto spessore in gengiva aderente e a mezzo spessore in mucosa.
Si eleva il lembo a tutto spessore e si procede a una osteotomia pericoronale e quindi all’odontotomia con fresa multilame chirurgica montata su turbina, che garantisce un taglio rapido e preciso, si estraggono poi delicatamente e sequenzialmente i vari frammenti.
Si procede a un accurato lavaggio del sito chirurgico con fisiologica per evitare che rimangano frammenti ossei o di dente e si posiziona all’interno dell’alveolo un collagene denso per favorire l’emostasi.
Si passa alla sutura 4.00 supramyd che viene eseguita su due piani: uno profondo a materassaio orizzontale, uno superficiale a punti incrociati incavigliati a garantire un buon sigillo dei lembi.
Differentemente sul superiore, per la maggior difficoltà di accesso, il lembo prevede uno scarico di solito a livello del primo molare.
A seconda dei casi può essere necessaria una osteotomia di accesso che viene eseguita con fresa a palla montata su manipolo dritto chirurgico. La scarsa corticalizzazione dell’osso in questa zona permette nella maggioranza dei casi che l’estrazione venga fatta previa lussazione senza odontotomia.
In questo caso le manovre devono essere eseguite con molta attenzione per evitare le complicazioni più frequenti che sono la frattura del tuber o l’esito di comunicazioni orosinusali.
Si conclude come nell’inferiore con lavaggio, collagene e sutura su due piani.

Pierangelo Oliveri
Medico chirurgo; Prof. a c. CLOPD Università di Genova; Specialista in odontostomatologia; Perfezionato in parodontologia ; Perfezionato in implantologia; Perfezionato in microscopia operatoria