Giunge alla nostra osservazione una paziente inviata dal proprio curante per un’ampia neoformazione a livello dell’emimascellare di destra. La paziente è in buone condizioni di salute generale, è una forte fumatrice e presenta una condizione di igiene orale scarsa.
A livello del cavo orale sono assenti numerosi elementi dentari sostituiti con un manufatto protesico fisso non incongruo. Il ponte è mobile, sorretto solo da pochi monconi instabili. La neoformazione è di circa 4 cm di diametro; la mucosa al di sopra è in buone condizioni, di aspetto normale, e alla palpazione la lesione si presenta dura e non dolente. La paziente riferisce di aver notato un aumento del volume della gengiva da circa un anno, la cui crescita è stata lenta e progressiva.
È stata richiesta all’anatomopatologo una biopsia mucosa e una biopsia ossea. Ecco i due referti.
a) Frammento di mucosa orale con lieve iperplasia epiteliale e fibrosi del chorion sottomucoso con microfocolaio di ossificazione.
b) Reperto morfologico suggestivo, ma non diagnosticabile, per presenza di focolaio di tumore odontogeno misto, senza evidenza di malignità sulle sezioni esaminate, in contesto di rimaneggiamento osseo, osteoaddensante.
La biopsia preliminare dunque non ha permesso all’anatomopatologo di compiere una diagnosi accurata. La presenza di cellule tumorali non maligne suggerisce l’asportazione di tutta la neoformazione: molto probabilmente questo trattamento si rivelerà diagnostico e risolutivo allo stesso tempo.
A seguito della visione della tac e delle immagini bidimensionali è possibile apprezzare come la lesione abbia una base di impianto sessile a livello della componente ossea, senza variazioni di radiopacità tra la componente alveolare e quella della lesione.
Si effettua un’anestesia di tipo plessico, la mucosa alla base della lesione viene recisa e la componente coronale scollata per evidenziare bene la porzione ossea. Con una fresa a fessura montata su manipolo dritto si effettua la separazione dell’intera lesione dall’osso mascellare. La separazione viene completata impegnando la linea osteotomica con una leva dritta. I margini ossei sono stati modellati e i lembi suturati al di sopra.
La diagnosi dell’anatomo patologo è stata di epulide fibromatosa ossificata e fibroma odontogeno periferico. In base alla descrizione fornita, il pezzo operatorio presenta le caratteristiche di un tumore odontogeno benigno nella porzione apicale, probabile evento primario che in seguito all’espansione ha determinato uno stimolo irritante, portando alla formazione di una epulide. La peculiarità di questa lesione è stata l’entità dell’ossificazione, caratteristica che ha reso molto complessa la diagnosi finale. La rimozione è stata completa ma nonostante ciò rimane la probabilità di recidiva. È quindi opportuno effettuare dei controlli frequenti nei primi due anni e poi continuare con controlli annuali.

Alberto Pispero
Specialista in Chirurgia orale - Università di Milano, Unità operativa di patologia e chirurgia orale