Secondo la letteratura scientifica, le indicazioni cliniche per la germectomia risultano principalmente correlate a cause ortodontiche, cause infettive e cariogeniche e profilassi. Lo si legge sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, in un articolo scritto, sulla base di una revisione sistematica, da un team di specialisti dell’Università “La Sapienza” di Roma, con Marta Mazur come prima firma e Antonella Polimeni (rettrice dell’teneo) come autrice senior.
Il sistema di classificazione di Demirjian distingue lo sviluppo del terzo molare in base alla forma e divide l’intero processo in otto fasi: A–D, che rappresentano la formazione della corona dall’aspetto delle cuspidi al completamento della corona, e le fasi E–H, che rappresentano la formazione della radice, dalla biforcazione radicolare alla chiusura apicale. In questo scenario è possibile fornire una definizione di germectomia del terzo molare mandibolare: è l’asportazione chirurgica del terzo molare allo stadio evolutivo di B, C e D, ossia del germe del dente ancora in formazione. Di fatto, questo accade generalmente quando il paziente ha un’età compresa tra i sei e i dieci anni.
Lo scopo del team romano è stato di analizzare in modo completo la letteratura, ma sulla base dei risultati ottenuti dagli otto studi identificati non è stato possibile presentare indicazioni cliniche basate sull’evidenza per la germectomia in pazienti in età evolutiva. Non mancano comunque gli spunti di interesse.
Cinque degli studi individuati hanno motivato la germectomia sulla base di indicazioni ortodontiche, come alterazioni morfostrutturali o impattazioni ectopiche; per guadagnare spazio nei segmenti posteriori della mascella inferiore quando è necessaria la distalizzazione del primo e del secondo molare; in caso di eccessiva crescita mandibolare anteroposteriore o grave discrepanza dentoalveolare o, infine, per prevenire recidive dopo terapia ortodontica, una delle quali focalizzata sull’affollamento anteriore.
Gli altri tre studi inclusi nella presente revisione hanno correlato l’estrazione del terzo molare con cause infettive e cariogeniche e con la profilassi.
Gli autori fanno notare che esistono forti differenze tra ciò che accade tipicamente nei Paesi occidentali rispetto ad altre parti del mondo. Se in Nigeria le complicanze della carie e la pericoronite ricorrente risultano essere la causa principale della germectomia, rispettivamente con il 63,2%, e il 26,3%, uno studio descrittivo condotto in Spagna ha mostrato che la profilassi era l’indicazione principale dell’estrazione del terzo molare (51%), seguita da ragioni ortodontiche. Tuttavia, l’età dei soggetti arruolati in quest’ultimo studio variava tra i 14 ei 79 anni, ed è quindi impossibile trasporre i dati ottenuti sull’estrazione dei terzi molari inferiori ai pazienti in età evolutiva.
È infine interessante citare uno studio, incluso nella revisione, condotto presso l’Università di Berna per un periodo di 5 anni (anche questa volta non limitato a pazienti in età evolutiva). Ha mostrato che la posizione del terzo molare non erotto è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di complicanze e concluso che, nei casi che presentano un “alto rischio posizionale”, dovrebbe essere giustificata la rimozione profilattica.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal