Il successo clinico dei restauri supportati da impianti dipende da fattori biologici e meccanici correlati all’integrità dell’interfaccia osso-impianto, alla stabilità della connessione impianto-moncone e alla precisione moncone-protesi (1, 2).
Scopo di questo case report è illustrare una procedura implanto-protesica a quattro mesi dopo l’avvenuta osteointegrazione, che utilizza un abutment ibrido biocompatibile, protesizzato immediatamente con un provvisorio funzionalizzato, per stabilizzare il sigillo mucoso tra abutment ibrido in BioHpp e tessuti molli perimplantari.
Scopo di questa procedura definita “one abutment one time” in impianti a carico convenzionale è evitare distacchi ripetuti delle viti di guarigione, o degli abutment provvisori, prima di consegnare la protesi definitiva (3). Una alternativa alle procedure di carico immediato tradizionali, che permette di ottenere un efficace sigillo tissutale perimplantare e un corretto adattamento dei tessuti alla corona protesica.
Il concetto di “one abutment-one time” è stato oggetto di studi sperimentali e randomizzati nei quali è stato dimostrato un maggior riassorbimento osseo intorno agli impianti dove l’abutment era stato svitato e riposizionato più volte, confrontato con un gruppo test nel quale il moncone era stato lasciato in sede (3-7).
Caso clinico
Una paziente di 53 anni si è presentata in studio con dolori acuti in zona mascellare destra, dove presentava un residuo radicolare dell’elemento 14. All’esame clinico intraorale si osserva una prima classe scheletrica con l’assenza di parafunzioni e patologie articolari. Una radiografia endorale periapicale con tecnica parallela evidenzia la presenza di una zona di radiotrasparenza in corrispondenza della regione periapicale del residuo radicolare del 14.
Alla paziente si prescrive terapia antibiotica e antidolorifica-antinfiammatoria.
Nei giorni seguenti la paziente è stata sottoposta a estrazione del residuo radicolare 1.4.
Workflow
Si rileva un’impronta in alginato dell’arcata superiore e inferiore, si sviluppa il modello in gesso che viene carotato in corrispondenza della zona 1.4 e si procede con il montaggio del modello in articolatore semi-individuale. Sul modello di gesso è stata realizzata una chiave di trasferimento con resina a bassa contrazione (Pi-Ku-Plast, bredent), forata in zona 1.4, per permettere il posizionamento del transfert per l’impronta pick-up (8).
La chiave di trasferimento servirà per rilevare l’impronta dell’impianto. Il tecnico realizza prima dell’intervento il provvisorio a guscio, prelimatura.
Fase clinica
Previa anestesia locale, è stata eseguita un’incisione crestale a tutto spessore con scollamento sottoperiostale e preparato il sito implantare per accogliere un impianto (blueSKY, bredent medical) di diametro 4 e di lunghezza 12 mm. L’impianto è stato inserito con un Torque di 25 N/cmq, valore insufficiente per adottare protocolli di carico immediato. Il lembo è stato riposizionato e suturato dopo aver avvitato la vite tappo all’impianto.
Dopo quattro mesi dall’inserimento dell’impianto, in fase di riapertura è stata eseguita un’incisione leggermente palatale e sollevato un lembo a tutto spessore. Si avvita il transfert per impronta pick-up e si posiziona la chiave di trasferimento, che viene bloccata al transfert con resina fotopolimerizzabile (compoForm UV, bredent) (fig. 1).
Svitato il transfert, bloccato alla chiave di trasferimento, si avvita a questo l’analogo da laboratorio, si posiziona la chiave di trasferimento, con transfert e analogo bloccati sul modello, senza che ci siano interferenze sul gesso. Si blocca l’analogo al modello con la resina a rapido indurimento (Qu-resin, bredent).
Ottenuto il modello con la posizione dell’impianto, si avvita l’abutment in BioHpp all’analogo, per fresarlo e accorciarlo secondo le necessità cliniche (fig. 2). La preparazione dell’abutment è eseguita tenendo conto dei principi di stabilità e ritenzione del moncone con margine di finitura a finire. L’abutment così preparato è avvitato definitivamente nell’impianto con Torque di 25 N/cmq.
Successivamente, viene ribassato il provvisorio a guscio prelimatura, con resina a base di dimetilmetacrilato, poi viene rifinito e lucidato (fig. 3). Il margine di finitura della corona protesica inizia circa 1 mm dalla piattaforma implantare (fig. 3), permettendo ai tessuti di guarire intorno al moncone in BioHpp. Viene suturato il lembo dopo aver cementato la corona provvisoria con cemento definitivo.
A otto settimane dalla consegna della corona provvisoria, si osserva un corretto adattamento dei tessuti (fig. 5). La fase definitiva è stata rimandata a un anno, la presa dell’impronta di precisione dell’abutment verrà effettuata senza rimuoverlo, con la tecnica del filo di retrazione.
Bibliografia
1. Cibirka RM et al. Examination of the implant-abutment interface after fatigue testing. J Prosthet Dent. 2001 Mar;85(3):268-75.
2. Ribeiro CG et al. Resistance of three implant-abutment interfaces to fatigue testing. J Appl Oral Sci. 2011 Aug;19(4):413-20.
3. Koutouzis T et al. Abutment disconnection/reconnection affects peri-implant marginal bone levels: a meta-analysis. Int J Oral Maxillofac Implants. 2017 May/June;32(3):575–581.
4. Abrahamsson I et al. The mucosal barrier following abutment dis/reconnection. An experimental study in dogs. J Clin Periodontol. 1997 Aug;24(8):568-72.
5. Abrahamsson I et al. TTissue reactions to abutment shift: an experimental study in dogs. Clin Implant Dent Relat Res. 2003;5(2):82-8.
6. Alves CC et al. Marginal bone and soft tissue behavior following
platform switching abutment connection/disconnection–a dog model study. Clin Oral Implants Res. 2015 Sep;26(9):983-91.
7. Bressan E et al. The influence of repeated abutment changes on peri-implant tissue stability: 3-year post-loading results from a multicentre randomised controlled trial. Eur J Oral Implantol. 2017;10(4):373-390.
8. De Pascalis F. One hybrid abutment one time. Riabilitazione implantoprotesicaa carico immediato su dente singolo in zona estetica. Un case report. Quintessence publishing, Implantologia Implantoprotesi e Digitale 1/19 – (03/2019 volume 17).
9. Williams DF et al. Potential of polyetheretherketone (PEEK) and carbon-fibre-reinforced PEEK in medical applications. J Mat Sci Letters. 1987;6:199–190.

Fabio De Pascalis
Libero professionista ad Andria (BT)