Il grande rialzo di seno mascellare resta ad oggi una delle procedure più invasive della chirurgia preimplantare, la cui predicibilità è spesso legata al corretto disegno dell’antrostomia nel rispetto dell’anatomia del seno e alla valutazione dei fattori di rischio di ogni paziente. La principale difficoltà di questa tecnica è in effetti la proiezione bidimensionale del volume del rialzo desiderato sulla parete laterale del seno mascellare e la sua corretta mobilitazione senza danneggiare la membrana di Schneider sottostante.
Per questo motivo nel caso clinico che presentiamo si è deciso di sfruttare la ricostruzione tridimensionale dell’osso ottenibile tramite Cbct, unitamente al software di diagnosi e pianificazione per la chirurgia guidata, al fine di progettare un’antrostomia congrua con il grande volume che si intendeva rigenerare e per realizzarla con la maggiore precisione possibile.
Caso clinico
Il paziente, di anni 62 e in buono stato di salute generale, si presenta alla nostra osservazione con i settori diatorici edentuli da lungo tempo e fortemente riassorbiti a causa della estrema pneumatizzazione dei seni mascellari. Gli approfondimenti diagnostici rilevano uno spessore osseo residuo che in alcune aree arriva a 1.50-1.80 mm.
Il minirialzo per via crestale viene escluso, a causa della grande quantità di osso che è necessario rigenerare. Si opta quindi per un grande rialzo di seno nel quadrante 2 e per un inserimento guidato degli impianti da entrambi i lati, progettando contemporaneamente tutto il trattamento, che prevedeva l’inserimento guidato degli impianti del quadrante 1 e il grande rialzo di seno durante una stessa seduta chirurgica, e successivamente l’inserimento guidato degli impianti nel quadrante 2.
Con il supporto del centro Digital Workflow di Sweden & Martina è stata progettata una dima ad appoggio misto, osseo e dentale, fornita di una finestra guida per la realizzazione dell’antrostomia. La preparazione è stata eseguita con un dispositivo piezoelettrico, che ha consentito un taglio preciso e selettivo rispetto ai tessuti, mobilizzando una botola di forma anatomica e di grandi dimensioni. La cavità sinusale è stata riempita con osso bovino deproteinizzato e poi coperta esternamente da una membrana in collagene.
A nove mesi di distanza, la quantità di osso disponibile per l’inserimento implantare era di 10,8 mm, pertanto è stata modificata la mascherina chirurgica eliminando la finestra guida e la stessa è stata utilizzata per l’inserimento guidato flapless di due impianti Prama RF, a morfologia conica. La precisione del posizionamento della dima è stata ottenuta proprio grazie all’appoggio misto sui denti residui. Grazie alla progettazione software assistita è stato possibile stabilizzare l’impianto più mesiale sfruttando la corticale della parete mesiale del seno, intercettata con sicurezza. Il volume rigenerato viene sfruttato interamente per l’alloggiamento dell’impianto più distale. In entrambi i casi è stata sfruttata la parte cilindrica del collo intramucoso per compensare la naturale discrepanza vestibolo-palatale, riuscendo ad effettuare comunque una chirurgia one stage.
Al controllo radiografico dopo l’inserimento degli impianti la rigenerazione appare stabile. Vengono quindi rimosse le viti chirurgiche di chiusura per rilevare l’impronta e i tessuti appaiono sani, ben vascolarizzati e in avanzato stato di maturazione.

Davide Di Paola
Libero professionista ad Aci Bonaccorsi (Catania)