Una paziente di 55 anni, non fumatrice, si è presentata presso lo studio lamentando fastidio nella zona degli incisivi superiori. All’esame obiettivo la zona interessata appare infiammata e la pressione in corrispondenza del 21 provoca la fuoriuscita di pus dal solco.
Al sondaggio parodontale si rileva sul versante disto-vestibolare una profondità superiore a 13 mm (fig. 1). Il test di vitalità pulpare è negativo.
Dall’esame radiografico si ha la conferma di un’estesa area di radiotrasparenza a carico del 21 (fig. 2).
Si sottopone la paziente a terapia causale. Contemporaneamente si esegue la terapia canalare del 21. Alla rivalutazione permane il sondaggio a carico del 21, non sono più presenti fenomeni suppurativi. Essendoci un buon controllo di placca, si decide di eseguire un intervento di chirurgia parodontale rigenerativa (GTR).
Praticata l’anestesia, si esegue un lembo trapezoidale a tutto spessore che, una volta scollato, mette in evidenza in corrispondenza dell’elemento 21 un esteso difetto osseo con la perdita completa del tavolato osseo vestibolare sino alla scopertura dell’apice del dente (fig. 3).
Si esegue un’accurata levigatura della superficie radicolare sino all’apice (fig. 4) e si colma il difetto con una miscela di osso autologo e osso bovino deproteinizzato (fig. 5). A copertura del materiale innestato si pone una membrana in ePTFE, che viene assicurata con una sutura sospesa intorno al dente (fig. 6); il lembo mucoso viene suturato coronalmente alla membrana in modo da sopravanzare questa di circa 3 mm (fig. 7).
Si prescrive terapia antibiotica con Amoxicillina 1g x2 x 6 giorni, sciacqui con clorexidina allo 0,2% 3 volte al giorno x 1 minuto per 15 giorni.
Il paziente è stato controllato in studio settimanalmente. La membrana è rimasta coperta sino al reintervento che avviene dopo sei settimane. Alla rimozione della membrana si apprezza il completo riempimento del difetto con materiale osteoide (fig. 8).
I controlli clinici eseguiti a intervalli regolari hanno sempre mostrato il mantenimento della zona priva di infiammazione e il sondaggio nella norma (fig. 9).
Il controllo radiografico eseguito a distanza di 1 anno (fig. 10) mostra una buona mineralizzazione del difetto.

Angelo Cisternino
Libero professionista
Un caso esemplare non solo clinico, ma anche nell’approccio conservativo, la conferma che le terapie migliori sono quelle in grado di rimandare a data da destinarsi interventi alternativi.
Questo non significa demonizzare la protesi, ma ricordarci che Madre Natura
compie capolavori non sempre così facili da riprodurre.
Complimenti superflui al caro Collega.
Buon lavoro a tutti.
Aldo
bellissimo caso
E’ stato fatto uno splintaggio preventivo e/o un trattamento ortodontico seguente all’intervento?
saluti e grazie
Grazie ad Aldo e Gennaro. Ha visto bene Gennaro, dopo l’intervento è stato fatto un’aggiustamento ortodontico per chiudere il diastema. Nessun splintaggio.
Un caro saluto