«Gli odontoiatri, ma anche il personale di studio, devono essere in primissima fila per ricevere la vaccinazione anti-Covid, non appena sarà disponibile in Italia». Ad affermarlo è il presidente Cao nazionale Raffaele Iandolo, in apertura della sua relazione all’assemblea nazionale di tutti i 106 presidenti Cao, che si è tenuta l’11 dicembre in streaming. «Tra gli operatori sanitari siamo quelli, insieme ai medici e agli infermieri, a più stretto contatto con i pazienti – ha spiegato Iandolo –. Pazienti che, nel nostro caso, non possono neppure indossare la mascherina durante le visite e i trattamenti, che sono ad alto rischio di aerosolizzazione di saliva. Per questo, nei prossimi giorni, scriveremo, insieme al presidente della Fnomceo Filippo Anelli, una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza per portare avanti in maniera ufficiale questa istanza, già rappresentata nel corso di un’interlocuzione informale».
«Nello stesso incontro, il ministro, che non ringrazieremo mai abbastanza per il suo impegno nei confronti della nostra professione, ha espresso apprezzamento per come gli odontoiatri hanno gestito l’emergenza Covid-19 – riporta Iandolo –. Era infatti il 22 febbraio, il giorno dopo l’individuazione, a Codogno, di quello che allora si pensava essere il “paziente zero”, la data in cui inviammo la prima comunicazione ai colleghi. A fine marzo, poi, il fuoco di fila di riunioni su come riprendere le attività dopo il lockdown. Brainstorming che hanno portato, infine, all’emanazione delle linee guida, approvate dal Comitato tecnico-scientifico a inizio maggio e apprezzate dal ministro, dai colleghi e anche dalla componente medica della Fnomceo».
Tra le altre richieste avanzate al ministro, il rinnovo, almeno sino alla fine dello stato d’emergenza, del credito d’imposta e dell’esenzione Iva per i dispositivi di protezione individuale, che gli odontoiatri, essendo per lo più liberi professionisti, devono acquistare a loro spese.
Iandolo ha poi lanciato un appello ai colleghi a non abbassare la guardia anche a fronte di un tampone rapido negativo fatto al paziente, per la possibilità di falsi negativi.
