
Giuseppe Rocca, igienista dentale ed esperto in macrofotografia odontoiatrica e videoriprese chirurgiche
Il meccanismo di comprensione della realtà attraverso l’ausilio di immagini oltre che della sola parola è più immediato e universalmente valido.
Le immagini suscitano dinamiche emozionali, hanno la capacità di convertire i pensieri e hanno la forza di catturare l’attenzione nel minor tempo possibile.Per questi e per altri motivi possiamo affermare che un’immagine vale davvero più di mille parole.
Oggi, nella civiltà dell’immagine dove il tempo a nostra disposizione per recepire informazioni è sempre meno e in cui occorrono media sempre più veloci per veicolare il messaggio, assistiamo al passaggio dall’homo sapiens all’homo videns, acritico e passivo come afferma il politologo Giovanni Sartoni.
Le immagini nella professioneNella nostra pratica clinica è ormai indispensabile considerare l’uso dell’immagine, ovvero della fotografia, ausilio indispensabile al fine di ottenere una comunicazione efficace con il paziente, maggiore motivazione e aumento della compliance. Numerosi studi hanno evidenziato infatti il ruolo strategico che la capacità relazionale del professionista ha nel rapporto con il paziente per il conseguimento della qualità globale della prestazione. In conclusione una comunicazione efficace accresce il grado di soddisfazione del paziente più di quanto non si riesca ad ottenere solo con un’elevata competenza professionale.
L’uso dell’immagine o meglio della fotografia nel nostro campo deve essere intesa come documentazione scientifica capace di rappresentare la verità o realtà delle cose. Essa deve mirare al corretto svolgimento dell’attività clinica, deve essere capace di creare interazione con il paziente aumentandone la compliance, facilitare la collaborazione tra equipe, fungere da ausilio alla ricerca scientifica e, nei casi di contenziosi medico-legali, servire da prova inconfutabile.
I documenti prodotti per essere validi devono, però, rispettare dei canoni ben precisi ed essere effettuati con tecniche e attrezzature specifiche. Tratteremo quindi di macrofotografia odontoiatrica effettuata attraverso mezzi quali macchine fotografiche reflex dotate di una buona risoluzione e fedeltà di colori; obiettivi particolari definiti macro che evitano distorsioni d’immagine e permettono rapporti di riproduzioni 1:1 reali; flash anulari (o meglio se laterali) che forniscono un’illuminazione uniforme della zona inquadrata permettendo una buona nitidezza secondo particolari regole da adottare in fotografia ravvicinata. Inoltre ci si avvarrà di strumenti ausiliari quali specchi dalle forme particolari che non producono sdoppiamento dell’immagine e permettono le riprese indirette di zone altrimenti irraggiungibili e apribocca per allontanare i tessuti molli dall’inquadratura.
Tutto quanto detto al fine di ottenere uno status fotografico completo sia extraorale che intraorale del paziente. Effettuato lo status fotografico che riporta lo stato del paziente, i file digitali saranno pronti all’archiviazione per una visualizzazione successiva. Come documenti, quindi quali dati estremamente sensibili con valore medico-legale, si è pensato di creare, con l’ausilio di un pool di esperti informatici, uno specifico software di catalogazione chiamato DipDossier – Digital Informations and Pictures Dossier for Dentistry (scaricabile gratuitamente su www.dipdossier.com). La catalogazione e la facile visualizzazione delle fasi del nostro piano di trattamento su ogni singolo paziente ci permetterà di condividerne tutte le fasi terapeutiche. Il paziente da soggetto passivo diventerà quindi soggetto “emerec”, capace cioè di ricevere il messaggio (rec), di elaborarlo ed emetterlo (eme), attuando un feedback tra professionista e paziente di cui si ha bisogno come controprova dell’avvenuta comprensione.
L’informazione diventa quindi comprensibile e la motivazione personalizzata, capace di raggiungere ottimi livelli nel rinforzo della compliance.
Giuseppe Rocca
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