«Esiste l’evidenza scientifica del fatto che il carico immediato funzionale degli impianti dentali migliora la rigenerazione ossea e potenzia il rimodellamento in corrispondenza dell’interfaccia tra osso e impianto». Lo afferma Georgios Romanos a conclusione di una revisione critica della letteratura da lui condotta e poi pubblicata su Periodontology 2000. Il ricercatore poi aggiunge che «a causa del carico dinamico esercitato sull’osso che circonda il sito dell’innesto, si può ottenere la formazione di nuovo tessuto osseo e un riassorbimento osseo controllato; questo meccanismo favorisce la guarigione e riduce in maniera significativa i tempi del trattamento». Si sta dunque ribaltando la convinzione, imperante fino a pochi anni fa, che l’impianto non debba essere sottoposto a carico durante il periodo di guarigione, per il timore che il carico precoce favorisca la formazione di tessuto fibroso intorno all’impianto.
Nel tempo gli effetti della masticazione sugli impianti dentali sono stati esaminati da diversi studiosi, sia dal punto di vista clinico che istologico, e si è trovata una relazione tra il riassorbimento osseo e l’inattività. Alcune ricerche hanno inoltre dimostrato che gli osteoblasti, stimolati dal carico meccanico, aumentano la produzione di osteocalcina, una proteina direttamente implicata nel metabolismo osseo.
Un’altra analisi della letteratura pubblicata cinque anni fa sul Journal of Oral Implantology e coordinata dallo stesso Romanos aveva calcolato una maggior sopravvivenza per gli impianti a carico immediato rispetto a quella degli impianti a carico differito, indipendentemente dalle geometrie e dal tipo di superficie degli impianti stessi. I risultati di questo, insomma, spostavano nettamente l’attenzione dal dispositivo medico (l’impianto), alla procedura chirurgica.
Tuttavia, la stabilità dei tessuti perimplantari, che costituisce un importante criterio per valutare il successo a lungo termine degli impianti, non è stata ancora sufficientemente studiata in relazione ai diversi tipi di impianto. «Non c’è dubbio – sottolinea Romanos – che la stabilità primaria nel giorno in cui viene inserito l’impianto sia un prerequisito essenziale per il carico immediato e non c’è dubbio che questi impianti debbano soddisfare certi requisiti preliminari perché abbia luogo l’osteointegrazione. La stabilità primaria evita che si abbiano micromovimenti all’interfaccia tra osso e impianto, che possono portare all’incapsulamento fibroso dell’impianto. Test biomeccanici in vitro hanno mostrato che superare una soglia che va dai 50 ai 150 N può essere deleterio per la formazione di nuovo osso; quindi, forze eccessive nel primo periodo di guarigione possono esercitare un effetto sfavorevole».
Il carico immediato, applicato insieme a tecniche di accrescimento osseo hanno dimostrato di prevenire il riassorbimento osseo anche in pazienti con malattia parodontale avanzata. La combinazione è stata utilizzata con successo in pazienti con metabolismo osseo insufficiente, come accade nei forti fumatori. Nei pazienti con diabete mellito o altre malattie endocrine, l’applicazione di impianti a carico immediato è possibile ma non ci sono ancora dati che ne attestino le percentuali di successo.
L’articolo di Romanos si chiude con un richiamo alla necessità di una scrupolosa compliance da parte del paziente, di un’eccellente preparazione chirurgica dell’odontoiatra e di un attento controllo occlusale, come condizioni per evitare il sovraccarico e le complicanze nella guarigione degli impianti a carico immediato.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal
1. Romanos GE. Wound healing in immediately loaded implants. Periodontol 2000. 2015 Jun;68(1):153-67.
2. Romanos GE, Froum S, Hery C, Cho SC, Tarnow DP. Survival rate of immediately vs. delayed loaded implants: analysis of the literature. J Oral Implantol 2010: 36: 315–324.