La sostituzione di un elemento dentale nei settori estetici con un impianto osteointegrato rappresenta una grossa sfida sia da un punto di vista chirurgico che protesico, soprattutto in relazione a quelle che sono le aspettative del paziente. Un adeguato volume tridimensionale in corrispondenza del sito implantare è il primo degli obiettivi che deve essere raggiunto e una precisa posizione spaziale dell’impianto sarà un fattore determinante per lo sviluppo di un profilo protesico in grado di sostenere in maniera adeguata i tessuti molli perimplantari. Infine, se nella fase chirurgica di inserimento dell’impianto si sarà ottenuta un’adeguata stabilità primaria, si potrà procedere con un protocollo di carico immediato ottenendo così una riduzione dei tempi e dei costi di terapia.
Caso clinico
Nel caso che viene presentato un riassorbimento radicolare post-traumatico a carico dell’elemento 21 ha richiesto l’avulsione del dente coinvolto e la sua sostituzione con un impianto osteointegrato. Al fine di prevenire una eccessiva contrazione volumetrica a seguito dell’avulsione del dente compromesso si è provveduto all’inserimento di biomateriale e a protezione dello stesso è stato posizionato del tessuto connettivale prelevato dal palato.
L’esame radiografico cone beam, eseguito con una dima radiologica, ha consentito di valutare la possibilità di procedere all’inserimento dell’impianto senza la necessità di sollevare un lembo gengivale. È stato inserito un impianto a superficie machined (impianto iMAXpro, iMAX3 srl) secondo le indicazioni della dima ragiologica il cui posizionamento spaziale è stato verificato con una nuova radiografia tridimensionale.
La buona stabilità primaria ottenuta all’inserimento dell’impianto a superficie machined ha consentito il posizionamento di un provvisorio a carico immediato con l’elemento protesico che è stato lasciato completamente scaricato dalla funzione occlusale.
Dopo una fase di guarigione di quattro mesi si è proceduto alla realizzazione della protesi definitiva; in questa fase è stata rilevata l’impronta per la costruzione del modello di lavoro definitivo. La soluzione protesica definitiva ha previsto la cementazione di una corona in ceramica su un pilastro individualizzato con tecnica Cad-Cam (Performa, iMAX3 srl) in zirconia.

Michele Maglione
Medico chirurgo, specialista in odontostomatologia, libero professionista in Canegrate (Milano)
In questi casi si parla di opera acherotipa cioè non fatta da mano umana ma da un intervento divino, complimenti!!!
salve,bello il risultato estetico.
Alcune domande,che graft e’ stato usato?Dopo la socket quanto tempo si e’ aspettato prima d’inserire l’impianto?Nell’attesa il pz cosa ha portato maryland o farfallina?