La decisione di preservare elementi dentari gravemente compromessi non è sempre facile, poiché un successo a lungo termine risulta spesso poco predicibile. Quando non è più possibile il mantenimento dell’elemento, l’avulsione e la contestuale sostituzione con un impianto in titanio risulta essere la soluzione migliore (1-3). Le revisioni sistematiche della letteratura evidenziano come non vi siano differenze statisticamente significative nella predicibilità estetica e funzionale del risultato finale tra l’inserimento immediato o differito di un impianto. Il posizionamento immediato inoltre riduce la morbilità e la tempistica della riabilitazione protesica.
Come affermano Esposito et al. e Stanford et al. nel caso di posizionamento di un impianto post-estrattivo può risultare più complesso raggiungere una stabilità primaria adeguata a causa dei difetti e della morfologia del sito post-estrattivo e pertanto una maggiore esperienza clinica può influire significativamente sul successo della terapia.
La forma, il trattamento della superficie, il passo delle spire e la lunghezza dell’impianto sono anch’essi fattori determinanti che influenzano il successo a lungo termine della terapia implantare e l’evoluzione dei sistemi implantari e dei protocolli operativi permette anche agli operatori meno esperti di ottenere risultati soddisfacenti. Un esempio è dato dagli impianti Implogic AT (Dental-Tech), che con un disegno delle spire a doppio passo e un angolo di taglio positivo permettono di ottenere quella stabilità primaria necessaria al posizionamento nei siti post-estrattivi o in condizioni di scarsa densità ossea come le classi D3 o D4.
Caso clinico
La paziente, donna di anni 55 senza controindicazioni cliniche relative e assolute, si presenta alla nostra attenzione per la frattura coronale dell’elemento 1.5 (fig. 1). Durante l’esame obiettivo si evidenzia residuo radicolare di 1.5 con incrinatura longitudinale a carico della radice (fig. 2). Valutato l’elemento come “non recuperabile”, si opta per l’avulsione e il posizionamento immediato di un impianto in titanio.
Previa anestesia plessica con articaina si esegue estrazione atraumatica e sondaggio dell’alveolo dove non si evidenziano deiescenze vestibolari. Si decide quindi di inserire impianto 4,25 diametro e 11,5 lunghezza (Implogic AT, Dental-Tech). Si ricerca la stabilità primaria grazie all’ingaggio della porzione apicale e grazie alle pareti mesiali e distali dell’alveolo; si ricerca anche un impegno a carico della corticale del seno mascellare; si inserisce l’impianto con torque di 35 Ncm, ottenendo un’ottima stabilità primaria. Il gap tra la parete vestibolare dell’alveolo e l’impianto risulta essere superiore a 2mm (fig. 3) e quindi si inserisce osso bovino deproteinizzato a garanzia del mantenimento dei volumi ossei e tissutali (fig. 4). Per garantire una guarigione per prima intenzione del sito implantare, si esegue un lembo a busta, a spessore parziale, si inserisce una membrana riassorbibile di origine bovina per isolare l’innesto del materiale dal tessuto connettivale e si sutura con punti a materassaio incrociato al fine di garantire una miglior resistenza alla trazione dei tessuti.
A tre mesi dall’inserimento dell’impianto si esegue la riapertura chirurgica del sito e si posiziona una corona provvisoria avvitata (figg. 5, 6 e 7).
Dopo un periodo di condizionamento tissutale si rileva impronta di precisione e si confeziona una corona in disilicato di litio monolitico, avvitata con ancoraggio su abutment dedicato (fig. 8). La guarigione dei tessuti e i controlli a 6 mesi dal carico denotano una buona stabilita dell’impianto e una buona qualità dell’osso residuo (fig. 9).
L’utilizzo dell’impianto Implogic AT, grazie alle caratteristiche delle sue spire, permette di trovare una stabilità dell’impianto nei casi in cui la dimensione del sito o la qualità dell’osso non permetterebbero l’inserimento di un impianto tradizionale.
Bibliografia
1. Levin L, Halperin-Sternfeld M. J Am Dent Assoc. 2013;144(10):1119-33.
2. Moshaverinia A, Kar K, Chee WW. 2014 Dec;42(12):859-68.
3. Saunders WP. Br Dent J. 2014 Mar;216(6):325-30.

Maurizio Colombo
Libero professionista a Meda