Il paziente, 44 anni, in buone condizioni generali, si presenta alla nostra osservazione presso la Dental Clinic dell’Irccs Ospedale San Raffaele nel 2014 fornito di una OPT e di una TC Cone Beam. Le immagini radiologiche evidenziano una estesa radiotrasparenza a margini regolari, diagnosticabile come cisti radicolare sotto l’elemento 46, già trattato endodonticamente (fig. 1). Data la prognosi infausta dell’elemento e le dimensioni della cisti, il piano terapeutico ha previsto l’estrazione più atraumatica possibile dell’elemento 46 con un accurato curettage per la completa asportazione della cisti e, a guarigione ottenuta, l’inserimento di un impianto.
Dopo la pianificazione chirurgica e protesica e previo consenso informato, si procede in anestesia locale all’estrazione dell’elemento 46 e alla rimozione della cisti per via crestale accedendo per via trans alveolare, preservando le pareti vestibolare e linguale dell’alveolo stesso per favorire una buona guarigione ossea. L’esame istologico ha confermato la diagnosi di cisti radicolare.
Dopo tre mesi, data l’ottima guarigione dei tessuti molli e duri, si decide di procedere al posizionamento dell’impianto (fig. 2).
In anestesia locale si esegue un lembo crestale a busta e, previa preparazione del sito chirurgico, viene inserita una fixture implantare (CSR-DAT, Sweden & Martina) di 4.2 mm di diametro e 13 mm di lunghezza in sede 46, seguendo il protocollo chirurgico della casa produttrice.
Dato il torque di inserzione di 35 Ncm ottenuto facilmente grazie alla macrostruttura dell’impianto, caratterizzata da un apice conico, corpo cilindrico e un’area coronale conica, si opta per un carico immediato. Prima di suturare il lembo viene avvitato un abutment con un torque di 20 Ncm e viene posizionato il provvisorio, suturando con 4-0 riassorbibili.
Per il post-operatorio si prescrive 1 g di amoxicillina + acido clavulanico 2 volte al dì per 5 giorni e 2 sciacqui al dì con clorexidina allo 0,2% per 15 giorni.
Dopo 15 giorni si rileva l’impronta definitiva con scanner ottico intraorale: in 24 ore si esegue una corona avvitata in zirconia-ceramica.
La radiografia a 6 mesi mostra picchi ossei perimplantari ottimali e una buona stabilità tissutale (fig. 3). Le successive radiografie a 18 mesi e 4 anni mostrano un’elevata stabilità dei tessuti duri, con livelli addirittura incrementati nel follow-up a 4 anni grazie alla morfologia di questo impianto che prevede una connessione a doppia conometria (Double Action Tight, DAT), impermeabile ai batteri e con emergenza platform switching.
Allo stesso modo i tessuti perimplantari maturi sembrano contornare in modo assolutamente naturale e fisiologico la protesi, in assenza di complicanze e senza recessioni a distanza di 4 anni.
Autori
Paolo Capparé, Massimo Pasi, Antonio Ligabue, Corrado Ruscica,
Pietro Montemezzi, Francesco Ferrini
Dipartimento di odontoiatria, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano (Direttore: Prof. E. Gherlone)
Dental School, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano (Presidente: Prof. E. Gherlone)
Bibliografia
1. Gastaldi G et al. Immediate versus delayed loading of a new conical connection implant in the esthetic zone: a randomized study with 2-year follow-up. Journal of Osseointegration. 2017 October; 9(3):271-275.
2. Bruschi GB et al. Radiographic evaluation of crestal bone level in split-crest and immediate implant placement: minimum 5-year follow-up. Int J Oral Maxillofac Implants. 2017 Jan/Feb; 32(1):114-120.
3. Gherlone EF et al. Evaluation of resistance against bacterial microleakage of a new conical implant-abutment connection versus conventional connections: an in vitro study. New Microbiol. 2016 Jan; 39(1):49-56.

Paolo Capparé
Dipartimento di Odontoiatria, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano (Direttore: Prof. E. Gherlone) Dental School, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano (Presidente: Prof. E. Gherlone)