Il paziente U.G. di anni 53, inviato da un collega dopo un insuccesso implantare, non sentendosi sicuro di riprovarci ci chiede una possibile soluzione protesica.
Abbiamo quindi cercato una soluzione conservativa per riabilitare il quadrante. Il ponte a intarsi ci sembrava la soluzione meno gravosa biologicamente, anche considerando un inevitabile intervento conservativo sul 3.7, in cui era presente una interruzione dello smalto occlusale in cui la sonda penetrava.
Abbiamo preparato le cavità seguendo i criteri tecnici comuni agli intarsi, considerando però la leggera convergenza degli elementi causa l’assenza del 3.6.
Con tecnica adesiva abbiamo cementato il manufatto.
Il laboratorio ha eseguito il classico rinforzo in fibra di vetro unidirezionale affogata nella resina composita visibile in radiografia.
L’iniziale frustrazione del paziente è rientrata quando gli abbiamo consegnato lo specchio, con fatica ha riconosciuto l’elemento intermedio e i due intarsi che lo sostengono.
Abbiamo anche rilevato che l’insuccesso implantare purtroppo può accadere per svariati motivi e succede anche a chi si impegna al meglio e rispetta protocolli e linee guida, noi compresi.
Viste le percentuali altissime di successo implantologico, in particolare nel mandibolare, abbiamo spiegato al paziente che, per quanto piccolissima, la percentuale di insuccessi è notoria in tutta la letteratura mondiale.
Per poi lasciare una speranza futura, abbiamo informato il paziente che sarà sempre possibile trasformare il ponte in due semplici intarsi, inserendo un nuovo impianto nel momento in cui l’osso verrà rigenerato, e valutare anche l’incombenza distale dell’ottavo.

Aldo Crespi
Libero professionista
E’ sempre difficile giudicare quando non si conosce il paziente.
Anche se seguito da iniziale insuccesso ,la soluzione implantare rimane sempre la migliore.Ponte su intarsi se ne facevano una volta quando l’impaltologia non era protagonista come adesso,devo dire che vanno bene come vanno bene i Maryland se fatti coi criteri giusti…e hanno abbondante letteratura a sostegno.
Cordialmente.
Caro collega gfoca,
come scritto nel testo sfondi una porta aperta : nessuno giudica se non conosce tutta la storia. Di fatto gli insuccessi esistono e dobbiamo prenderne atto. Come anche le molte soluzioni, datate o meno.
Complimenti per essere sempre sul pezzo……………..
Cordialmente.
Aldo
Caro Crespi,
Ti rispondo qui,perche pur loggandomi per qualche ‘oscuro’ motivo non riesco piu’ a rispondere ai tuoi articoli.Anche in quest’ultimo cambia il framework ma valgono le stesse considerazioni fatte a luglio.
Cordialmente.
buon giorno,
relativamente al caso del premolare endo,ottima chiusura canalare anche se e’ un caso limite (dente quasi da avulsione)
ps scrivo qui perché pur loggandomi non riesco a rispondere al tuo articolo…
Caro gfoca,
comprendo le tue perplessità, ma come sappiamo a volte esiste una dissociazione tra visione radiologica e realtà clinica, il premolare in questione ha mobilità zero, il paziente è collaborativo e segue scrupolosamente le norme di igiene domiciliare.
Per quanto riguarda le difficoltà a loggarti chiedi senza indugio al sito di Dental Academy, mi pare che con un tasto della tastiera della serie F ma non ricordo il numero, il problema si risolve, puoi provare da F6 in poi.
Un saluto e buon lavoro.
Aldo
Caro gfoca,
perdona il ritardo, ma se avessi problemi di visualizzazione, anche se loggato, prova con il tasto F2 della tastiera del tuo PC, sul mio aggiorna.
Un saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo