Nella terapia parodontale è necessario utilizzare diversi laser con differenti lunghezze d’onda, essendo il parodonto composto da più tipi di tessuto, molle e duro. Per il trattamento chirurgico dei tessuti molli si possono utlilizzare diversi tipi di laser quali il CO2 e i laser a erbio, i laser Nd:YAG e i laser a diodi, mentre per la chirurgia ossea solo i laser a erbio sono efficaci poiché sono gli unici in grado di agire sull’osso con un danno termico minimo. Per questa ragione per il management dei lembi chirurgici a spessore parziale o totale i più indicati sono i laser a erbio.
Una paziente di 26 anni, in buono stato di salute generale, presenta nell’arcata superiore recessioni gengivali multiple da 13 a 16 e da 23 a 26, causa di notevole ipersensibilità dentaria. Le recessioni si estendono apicalmente alla linea amelo cementizia da 2 a 4 mm e hanno conservato una quantità di gengiva aderente apicale ad esse ovunque maggiore ai 2 mm (classe I di Miller).
Vista l’adeguata quantità di gengiva aderente e il numero di recessioni presenti si decide per l’esecuzione, in due tempi diversi, di due lembi a riposizionamento coronale con la tecnica di G. Zucchelli mediante incisioni intrasulculari, utilizzando però, al posto del bisturi a lama fredda, il laser a erbio. Nel confezionamento del lembo abbiamo utilizzato un laser Er:YAG (2940 nm), con l’ausilio di un puntale tronco conico di quarzo del diametro apicale di 300 micron in modalità pulsata short pulse, a potenze variabili da 120 a 200 mJ a contatto, frequenza di 20 Hz costante sotto lieve getto spray aria/acqua per raffreddare il tessuto (50ml/min).
Dopo infiltrazione con carbocaina al 2% con adrenalina 1: 100.000 si è proceduto all’incisione del lembo con inclinazione di 45° con potenza di 200 mJ fino a raggiungere il periostio. È stato eseguito uno scollamento a spessore totale, per 2-3 mm, per poi continuare a spessore parziale con il laser a erbio a una potenza di 150 mJ fino a mobilizzare completamente il lembo, disinserendo una a una tutte le inserzioni muscolari. La manovra successiva è consistita nell’incisione delle papille tenendo il puntale del manipolo laser perpendicolare a una potenza di 120 mJ.
Terminata la disepitelizzazione del tessuto gengivale mediante il laser a erbio, abbiamo condizionato e decontaminato le superfici radicolari utilizzando un puntale cilindrico con diametro di 600 micron alla potenza di 50 mJ sotto discreta irrigazione (100 ml/min) e a distanza focalizzata .
Dopo aver ricontrollato la passività del lembo, è stato riposizionato coronalmente, suturando le nuove papille su quelle disepitelizzate, con sutura in seta 4/0 con punti a cerchio e una sutura 3/0 “a materassaio” per interrompere le eventuali trazioni muscolari ancora presenti.
La guarigione è avvenuta in circa tre settimane. A distanza di due mesi il processo di guarigione si può ritenere concluso e al follow-up di un anno il risultato si è mantenuto stabile. L’utilizzo della scala numerica verbale (Vns) per la valutazione della sintomatologia dolorosa postoperatoria ha evidenziato un discomfort postchirurgico molto ridotto rispetto a casi eseguiti con tecnica tradizionale (valore medio 2).
Tutte queste caratteristiche, unite a un buon risultato estetico, hanno determinato il successo della tecnica con un buon indice di gradimento anche da parte del paziente.
Utilizzando il laser Er:YAG al posto del bisturi abbiamo eseguito l’intervento con miglior visibilità del campo operatorio poiché il laser a erbio, sebbene non abbia potere emostatico, produce comunque un sanguinamento ridotto rispetto al bisturi. Il laser a erbio inoltre ci ha permesso di decontaminare e condizionare le superfici radicolari senza dover far ricorso ad altri presidi e la combinazione degli effetti decontaminante e biostimolante ha accelerato il processo di guarigione aumentando la compliance del paziente.
Gli autori dell’articolo sono Andrea Passalacqua e Rolando Crippa, Dipartimento di patologia orale e laserterapia dell’Istituto stomatologico italiano, Milano

Andrea Passalacqua
Libero professionista, Specialista in parodontologia e laserterapia. Collaboratore presso il Reparto di Patologia Orale e Laserterapia, Istituto Stomatologico Italiano
Caro collega,
volevo farti tutti i miei complimenti per aver così brillantemente risolto questo caso, così frequente nei nostri studi.
Una domanda: dal punto di vista eziologico, hai potuto constatare quale fosse stata la causa delle recessioni e se,dopo l’intervento,il paziente aveva cambiato le sue abitudini(spazzolamento,bruxismo,ecc.)?
Complimenti ancora anche all’amico Crippa.
Giovanni D’Amico
segretario AIOLA