Giunge alla nostra osservazione un giovane paziente (14 anni) per una neoformazione a carico della porzione anteriore del mascellare. La lesione è presente da alcuni mesi, non è dolente ma crea solo un fastidioso ingombro e ha un forte impatto antiestetico.
All’esame obiettivo si evidenzia, in corrispondenza dello spazio interdentale tra 11 e 12, una neoformazione di aspetto rossastro con superficie irregolare. La lesione è di due centimetri di diametro e si sviluppa in particolare sul versante palatale, ha una base di impianto peduncolata e alla palpazione ha una consistenza elastica. Si osserva inoltre una marcata ischemia dei tessuti alla compressione.
Tali lesioni sono facilmente riscontrabili nella pratica clinica quotidiana e sono di semplice soluzione. L’asportazione radicale porta a una risoluzione della patologia e a una restitutio ad integrum del tessuto gengivale. Il frammento prelevato deve essere analizzato per avere conferma istologica della diagnosi clinica.
L’asportazione prevede l’infiltrazione di anestetico alla base della lesione, il peduncolo è reciso e gli spazi interdentali accuratamente detersi in corrispondenza del versante dentale. La lesione asportata in due pezzi è immersa in formalina. La diagnosi dell’anatomopatologo è di “epulide fibromatosa parodontale diffusamente ulcerata con intensa flogosi cronica e acuta”.
Queste lesioni sono una reazione esuberante di tessuto connettivo a uno stimolo infiammatorio: sono infatti riscontrabili in presenza di frammenti di tartaro o corpi estranei in corrispondenza dello spazio interdentale. Si possono reperire frequentemente durante i cambiamenti ormonali della pubertà e della gravidanza; in questi casi l’alterata risposta dei tessuti a uno stimolo infiammatorio determina inoltre un quadro generalizzato di aumento di volume gengivale.

Alberto Pispero
Specialista in Chirurgia orale - Università di Milano, Unità operativa di patologia e chirurgia orale