Simeo, Poiesis, Aio, Andi e Movimento Consumatori propongono al Miur di introdurre l’insegnamento di terapia estetica del viso nel corso di laurea di medicina e chirurgia e in quello di odontoiatria e protesi dentaria
I trattamenti di medicina estetica nello studio odontoiatrico sono in crescita, di pari passo con le richieste dei pazienti. «L’estetica non è finalizzata solo a essere “più belli di”, ma è una richiesta sempre più comune di persone che chiedono di stare bene, di rimanere in buona salute, di migliorarsi e pertanto le prestazioni di medicina estetica e medicina del benessere devono far parte del bagaglio culturale di ogni professionista della salute» affermano Simeo, Poiesis, Andi e Aio, che insieme a Movimento Consumatori hanno chiesto alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli di inserire l’insegnamento di “Terapia estetica del viso” nel corso di laurea in medicina e in quello di odontoiatria.
«Sono sempre più le richieste di prestazioni estetiche che arrivano tanto a medici quanto a odontoiatri – sottolinea Ezio Costa, presidente di Perioral and Oral Integrated Esthetic Sciences International Society (Poiesis) –. La nostra richiesta è in linea con una concezione di salute aggiornata, moderna. L’Organizzazione mondiale della sanità definisce la salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo come assenza di malattia. I trattamenti estetici hanno per obiettivo il raggiungimento dell’equilibrio psicofisico dell’individuo. La nostra richiesta congiunta ha l’intento di esortare la formazione di professionisti attenti e preparati nelle tecniche più avanzate e scientificamente validate nei trattamenti d’ogni settore del viso e soprattutto di stimolare la crescita di una nuova attenzione e sensibilità al benessere delle persone».
«L’estetica nel bagaglio di medici e odontoiatri? È senz’altro tempo di valutare un percorso di
approfondimento nella formazione universitaria da parte di queste due figure, vista la richiesta di interventi sempre più indirizzati a questo aspetto da parte dei nostri pazienti – afferma Fausto Fiorile, presidente dell’Associazione italiana odontoiatri (Aio) –. Il dentista da sempre svolge il proprio lavoro clinico con una particolare attenzione alla macro e alla micro estetica. Pensiamo ad esempio a come una riabilitazione protesica possa cambiare radicalmente in meglio il sorriso di una persona, o a come in ortognatodonzia si lavori sulla posizione di mascella, mandibola e denti con effetti sull’aspetto estetico del paziente estremamente importanti. Medico e odontoiatra – continua Fiorile –, nei rispettivi contesti di competenza, devono garantire cure di qualità sempre maggiore».
«D’altra parte non esiste sede elettiva al pari dell’università per questo tipo di formazione – fa notare Aldo Nobili, vicepresidente dell’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi) –. Solo una formazione certificata come quella universitaria può garantire spessore scientifico e aggiornamenti puntuali sui profili clinici e di sicurezza che devono caratterizzare le risposte per i nostri pazienti. Peraltro Andi – ricorda Nobili – si era già attivata in tal senso lo scorso anno con un’analoga richiesta al Collegio dei docenti in odontoiatria e ora siamo ben lieti di fare fronte comune rivolgendoci direttamente al Miur».
Anche Alessandro Mostaccio, segretario generale di Movimento Consumatori, è sulla stessa linea di pensiero: «Abbiamo aderito a questa iniziativa perché concordiamo sull’opportunità che in questo momento storico si faccia il punto della situazione sui percorsi formativi universitari di medicina estetica, che negli ultimi decenni ha conosciuto uno sviluppo enorme. Riteniamo quindi necessario che anche l’offerta sia a un livello adeguato».
Antonio Guida, presidente dell’Associazione italiana medicina estetica odontoiatrica (Simeo), sottolinea l’importanza «della condivisione e della sottoscrizione della richiesta della Simeo da parte di associazioni come Poiesis, Aio e Andi, che rappresentano la stragrande maggioranza dei dentisti, nonchè dal Movimento Consumatori» perché è la prova «di quanto sia sentita, nell’interesse esclusivo dei nostri pazienti, la necessità di una formazione specifica universitaria atta a formare professionisti che posseggano un bagaglio scientifico certificato».
TOSSINA BOTULINICA: ODONTOIATRA PUÒ APPROVVIGIONARSI DALLE AZIENDE MA NON PUÒ USARLA PER LA MEDICINA ESTETICA_Dopo che la determina numero 241/2017 del 16 febbraio dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva aperto all’utilizzo da parte degli odontoiatri delle tossine botuliniche Botox e Dysport (neurotossina botulinica di tipo A), l’agenzia è tornata sull’argomento rispondendo a un quesito posto da Simeo e Poiesis e chiarendo che «non si ravvedono limitazioni all’approvvigionamento diretto da parte dei medici specialisti in odontoiatria e degli odontoiatri direttamente presso le aziende produttrici, limitatamente ai medicinali Botox e Dysport, per il trattamento delle indicazioni terapeutiche approvate per ciascuno dei due prodotti».
Simeo e Poiesis avevano chiesto nell’ottobre 2016 alla direzione generale dell’Aifa l’inclusione tra gli specialisti autorizzati alla prescrizione e somministrazione della tossina botulinica di tipo A anche degli odontoiatri, sostendo che «tra le indicazioni riconosciute per i medicinali a base di neurotossina di Clostridium botulinum di tipo A, c’è il trattamento dello spasmo emifacciale e delle distonie focali associate, che rientrano nell’ambito delle competenze riconosciute dalla legge per l’odontoiatra. Odontoiatra che, a livello internazionale, utilizza sempre più la neurotossina nella terapia di patologie oro-facciali e dei denti, in condizioni, non infrequenti, di ipertonia della muscolatura masticatoria e patologie dell’articolazione temporo-mandibolare». Una richiesta accolta da Aifa proprio con la determina 241/2017.
Va infine precisato che, come si legge nel documento dell’Aifa, «l’estensione all’odontoiatra della possibilità di prescrivere e somministrare la tossina botulinica di tipo A per indicazioni terapeutiche può essere presa in considerazione esclusivamente per i medicinali Botox e Dysport e limitatamente alle indicazioni terapeutiche approvate (Botox: spasmo emifacciale e distonie focali associate; Dysport: spasmo emifacciale). Aifa nel documento conferma che «i medicinali sopraindicati non sono invece prescrivibili e somministrabili per tutti gli altri usi clinici». Ovvero, ad esempio, non possono essere utilizzati dall’odontoiatra per attenuare le rughe d’espressione nell’ambito di trattamenti di medicina estetica.
Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal