La chirurgia implantare computer-assistita risulta di grande aiuto per il professionista nella pianificazione del trattamento, nel posizionamento implantare e nella riabilitazione protesica (1).
Il flusso di lavoro digitale, rispetto a quello convenzionale, ha inoltre consentito di ridurre drasticamente il numero di passaggi e, di conseguenza, il tempo necessario e le variabili di errore correlate (2, 3).
Caso clinico
La paziente A. P., di anni 60, si presenta alla nostra osservazione con edentulia di 2.4, 2.5 e 2.6. Dall’esame obiettivo e radiologico 2D risulta sconsigliata una riabilitazione fissa su denti naturali; si valuta dunque la possibilità di un approccio chirurgico implantare flapless.
Vengono quindi eseguiti una scansione intraorale delle arcate mediante scanner intraorale (Planmeca Emerald) e un esame radiologico cone beam (Planmeca ProMax 3D). Emerge la necessità di effettuare un mini-rialzo di seno in posizione 2.6 a causa della scarsa disponibilità ossea.
Tramite software dedicato (Romexis Planmeca) si progetta virtualmente l’inserimento implantare sul file Dicom della cone beam. Selezionati dalla libreria digitale gli impianti desiderati (ICE AlphaBio Tech di diametro 3,75 x 11,5 mm in zona 2.4, 4,2 x 8 mm in zona 2.5 e 4,2 x 6 mm in zona 2.6), essi vengono posizionati seguendo l’andamento delle corone protesiche virtuali precedentemente progettate.
Per quanto riguarda la zona 2.6, avendo a disposizione solo 4 mm di tessuto osseo tra la cresta alveolare e la parete inferiore del seno, si posiziona virtualmente l’impianto 2 mm fuori cresta, in modo da arrivare con le frese da 6 mm, in fase di osteotomia, fino alla corticale del seno senza oltrepassarla.
Si passa ora alla creazione della dima chirurgica. Il file Dicom della cone beam e il file STL della scansione intraorale vengono sovrapposti mediante il riconoscimento, su entrambi i file, di tre punti di repere dentali corrispondenti. Grazie al matching dei due file è possibile selezionare l’area della dima (fig 1). Il file viene inviato al laboratorio che provvede alla creazione del manufatto tramite stampante 3D (Planmeca Creo C5) (fig 2).
Una volta posizionata la dima e testatone il perfetto fitting mediante i fori d’ispezione si esegue, attraverso le boccole, la mucotomia e l’osteotomia mediante frese dedicate. Preparati i siti implantari si inseriscono le fixture in zona 2.4 e 2.5, mentre in zona 2.6 si effettua un mini-rialzo che ci consente di inserire un impianto 2 mm più lungo del tessuto osseo disponibile. Con una radiografia endorale si conferma la corrispondenza col progetto implantare inziale (fig. 3) e, infine, si posizionano le viti di guarigione.
Dopo tre mesi si esegue una scansione intraorale per la realizzazione del progetto protesico finale. Viene quindi stampato il modello con analoghi implantari digitalmente inseriti e realizzato un ponte Cad-Cam in zirconia stratificata.
Autori
Umberto Marchesi, libero professionista a Pavia
Greta Sala, libera professionista a Pavia
Letizia Valceschini, studentessa Clopd all’Università di Pavia
Bibliografia
1. Joda T, Buser D. Digital implant dentistry: a workflow in five step. Cad-Cam 2013; 4:16-20.
2. Mangano F, Veronesi G. Digital versus analog procedures for the prosthetic restoration of single implants: a randomized controlled trial with 1 year of follow-up. Biomed Res Int. 2018 Jul 18;2018:5325032.
3. Neumeister A, Schulz L, Glodecki C. Investigations on the accuracy of 3D-printed drill guides for dental implantology. Int J Comput Dent. 2017;20(1):35-51.

Umberto Marchesi
Libero professionista a Pavia