Un’anziana donna portatrice di una protesi totale superiore era giunta alla nostra osservazione per la diagnosi di una neoformazione a livello del fornice del labbro superiore (fig. 1). La paziente non lamenta dolore, ma solo difficoltà nel posizionamento della protesi in seguito all’incremento di volume della lesione. La neoformazione appare indurita, fissa rispetto ai piani sottostanti, non dolente alla palpazione e di colorito più chiaro rispetto alla mucosa circostante. Non sono presenti altre alterazioni a carico della mucosa del cavo orale e non si evidenzia un interessamento linfonodale.
La diagnosi istopatologica della lesione descrive un quadro di lieve iperplasia epiteliale e noduli fibrosi del chorion. Si tratta di un reperto microscopico tipico di lesioni traumatiche che interessano i tessuti molli nella regione del fornice, con consistenza duro elastica e aspetto irregolare. Tale quadro clinico è altrimenti nominato epulide fissurata. La necessità di asportare la lesione deriva dalle dimensioni della stessa, che impediscono un corretto alloggiamento del manufatto protesico. In secondo luogo la diagnosi di neoformazioni del cavo orale, anche di natura apparentemente benigna, è assolutamente obbligatoria per scongiurare la presenza di alterazioni patologiche della microstruttura tissutale e prevenirne l’insorgenza.
L’anestesia è eseguita per mezzo di infiltrazione di piccole quantità di liquido alla base della lesione (fig. 2). L’intervento è complicato dalle condizioni di salute della paziente in terapia con anticoagulanti. L’INR la mattina dell’intervento è di 2,5. Si decide pertanto di utilizzare oltre al bisturi a lama fredda n. 15 un sistema di coagulazione bipolare che arresti il sanguinamento intraoperatorio e permetta un’agevole esecuzione della procedura chirurgica. La lesione è ingaggiata con pinzette anatomiche e prima dell’incisione si procede con la termocoagulazione dei vasi alla base della lesione, che in seconda battuta sono recisi in unico taglio lineare (figg. 3, 4 e 5). Infine mediante plastica a z dei margini dell’incisione è possibile ottenere una chiusura ermetica della ferita (figg. 6, 7).
Si prescrive una terapia antibiotica con Amoxicillina in compresse da 1 gr ogni 12 ore per 6 giorni e gel a base di clorexidina allo 0,2% ogni 12 ore per 15 giorni. La paziente è invitata inoltre a non portare la protesi per circa 1 settimana al fine di ridurre il traumatismo sulla ferita. La flangia protesica causa della neoformazione è rimodellata e, a guarigione ultimata, si consiglia il ribassamento della protesi.

Alberto Pispero
Specialista in Chirurgia orale - Università di Milano, Unità operativa di patologia e chirurgia orale