Negli ultimi anni stiamo assistendo allo sviluppo e al perfezionamento molto rapido della tecnologia Cad-Cam e di pari passo vengono introdotti nel mercato nuovi materiali appositamente realizzati per tali metodiche, come la ceramica leucitica, il disilicato di litio e lo zirconio colorabile.
Nel 2013 la Vita ha commercializzato in Italia Enamic, una ceramica ibridizzata con acrilato polimerico composta per l’86% in peso da un reticolato ceramico finemente intrecciato con uno polimerico che ne migliora l’elasticità e le caratteristiche meccaniche. È possibile quindi ottenere restauri protesici più resistenti con spessori minori e con un coefficiente di abrasione più simile allo smalto. I blocchetti grezzi sono disponibili in vari colori e il restauro protesico, una volta fresato, può essere colorato e caratterizzato tramite lampada fotopolimerizzatrice senza bisogno di cottura in forno per il processo di cristallizzazione del materiale.
Nel caso seguente descriveremo la realizzazione di due overlay in Enamic tramite metodica Cad-Cam KaVo Arctica.
Caso clinico
Si è presentato alla nostra attenzione un paziente con restauri incongrui su elementi 14 e 16 (figg. 1 e 2). Sono stati rimossi i vecchi restauri in amalgama d’argento, pulita la carie sottostante ed eseguito il build-up con composito Enamel Plus Hri (Micerium).
Per diminuire i rischi di fratture, vista la scarsità di tessuto dentale e la presenza di crinature in senso mesio-distale, i denti sono stati preparati a 360° con margine di finitura a spalla arrotondata (situazione di lavoro ottimale anche per un’eventuale ripresa con scanner intraorale).
Per la rilevazione del colore ci siamo avvalsi di uno spettrofotometro (Spectroshade, Mht). È stata eseguita un’impronta parziale con silicone (Imprint 4 Superquick, 3M) ed è stato rilevato un bite di masticazione. A partire da queste impronte, l’odontotecnico ha realizzato i modelli in gesso con monconi sfilabili; la rilevazione dell’impronta digitale è stata eseguita tramite l’utilizzo dello scanner extraorale KaVo Arctica Scan.
L’impronta digitale dei modelli e del bite di masticazione in formato .stl è stata inserita nel software in dotazione con lo scanner (MultiCad KaVo) con il quale, attraverso un percorso guidato, è stata realizzata tutta la progettazione protesica. Una volta rilevati i margini delle preparazioni è infatti possibile controllare eventuali sottosquadri, impostare lo spessore minimo della ceramica, determinare i punti di contatto interprossimali e, grazie al bite occlusale, adattare la morfologia del restauro all’antagonista stabilendo dei contatti occlusali corretti (fig. 5).
Gli overlay in formato digitale (fig. 8) sono stati inviati al fresatore KaVo Arctica Engine che li ha realizzati partendo da due blocchetti di Enamic. I restauri protesici così ottenuti sono stati controllati sui modelli in gesso e sul paziente; una volta verificata la precisione dei margini e dei punti di contatto interprossimali e occlusali sono stati caratterizzati e cementati con tecnica adesiva utilizzando composito riscaldato a 50° (fig. 10).
Il caso proposto conferma l’elevata estetica e l’ottima precisione di questa nuova ceramica, con indubbi vantaggi sia per il paziente, grazie al risparmio di tessuto dentale, sia per il clinico, in quanto è possibile modificare e caratterizzare il restauro con composito o supercolori tramite lampada fotopolimerizzatrice senza la necessità di cotture in laboratorio o rifacimenti.

Giovanni Giuliodori
Libero professionista presso Centro Odontoiatrico Techne, Osimo (Ancona)