
Paolo Vigolo, presidente Aiop
L’approccio di Aiop alle tecniche digitali in protesi è di grande apertura, ma pur sempre cauto, tanto che tra i soci attivi dell’Accademia solo un terzo utilizza di routine i sistemi digitali. L’innovazione del processo produttivo non porta in maniera automatica a un miglioramento clinico e tecnico: per questo il passaggio al digitale non può essere immediato, né va inseguito a tutti i costi.
Tra le certezze ormai acquisite, l’accuratezza degli scanner intraorali e l’efficacia delle realizzazioni al Cad-Cam delle protesi mobili
Si apre giovedì 16 novembre a Bologna il XXXVI congresso internazionale dell’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop) dal titolo “L’educazione all’eccellenza”. E il congresso è proprio l’occasione per vagliare le soluzioni oggi a disposizione, dalle tecniche tradizionali alle soluzioni digitali, per raggiungere questo obiettivo.
Per il presidente Aiop Paolo Vigolo, affiancato dal dirigente della sezione odontotecnica Giuliano Vitale, il miglioramento della qualità dei trattamenti protesici che la rivoluzione digitale promette, passerà inevitabilmente dall’impegno e dalla disponibilità dei clinici a imparare a padroneggiare tecniche e strumenti nuovi, affrontando il passaggio al digitale per quello che è: il cambiamento di un sistema produttivo. Alla base restano le stesse regole anatomiche e funzionali della disciplina protesica.
Dottor Vigolo, la protesi digitale offre già risultati univoci e predicibili o siamo ancora in un terreno empirico?
La tecnologia digitale ha avuto un incredibile impulso nell’ambito protesico: proprio per questo Aiop ha sempre programmato in tutti gli eventi culturali degli ultimi anni una sessione, Aiop Digital Dentistry, in cui l’odontoiatria digitale trova il palcoscenico ideale.
Tuttavia è bene ricordare che gli scanner digitali sono presenti nei laboratori odontotecnici da ben più di dieci anni, a conferma del fatto che la classe odontotecnica ha capito le potenzialità di queste sistematiche ben prima degli odontoiatri.
Oggi la convinzione di ottenere risultati equiparabili per precisione e qualità complessive a quelli conseguibili grazie alle tradizionali tecnologie analogiche è validata non solo dalla diffusa esperienza clinica e tecnica, ma anche da un’ampia letteratura scientifica che il mondo odontoiatrico non può più ignorare.
Quanti dei vostri soci sono passati in maniera preponderante al digitale?
Posso dare dei numeri relativi ai soci attivi Aiop: da una recente survey informale interna, utilizza sistemi digitali circa un terzo dei clinici, che sono in totale 62, mentre quasi tutti i tecnici, che sono 26, hanno esperienza del mondo digitale.
Quali fattori accelerano o rallentano il passaggio al digitale?
La disciplina protesica è abitualmente appannaggio di dentisti “maturi”, che spesso si avvicinano alle novità con una comprensibile cautela intellettuale. Occorre una fase di adattamento che rappresenta un percorso normale, necessario in tutte le tecniche, indipendentemente dal fatto che siano basate su funzioni digitali o analogiche, e inoltre i costi scoraggiano l’utilizzo di sistemi così diversi da quelli tradizionali. Tuttavia la propensione al cambiamento è l’anima dell’evoluzione: gli scanner più recenti sono veloci e facili da utilizzare e possono rappresentare validissimi strumenti che non si limitano a ottenere impronte virtuali di buona precisione, ma offrono anche un importante aiuto per la valutazione, la diagnosi e la pianificazione del piano di trattamento. Arriverà un giorno in cui ogni riunito sarà munito di scanner, proprio come è accaduto con l’apparecchiatura radiografica.
Nel congresso si parla di eccellenza in odontoiatria protesica. Cosa significa oggi?
Con le tecniche tradizionali l’eccellenza, seguendo con attenzione e impegno le metodiche oramai collaudate, si raggiunge con sicurezza. È necessario sottolineare che le regole anatomiche e funzionali sono sempre le stesse, cambia solo il sistema produttivo: noi dobbiamo arrivare a utilizzare la sistematica digitale in modo da impiegarla per ottenere risultati ottimali, simili se non superiori a quelli raggiungibili con le tecniche analogiche tradizionali. Compiere passi in avanti è complesso e richiede tempo, farli in senso contrario è questione di un attimo: non dobbiamo abbassare gli standard per inseguire una presunta modernità più virtuale che reale. Il clinico deve essere ugualmente bravo, preparato e colto, e lo stesso concetto deve essere sottolineato soprattutto per il tecnico, la cui centralità nel workflow digitale di qualità è ancora più importante.
Quali tecniche o metodiche sono finite definitivamente in soffitta?
È ancora presto per poter dare questo tipo di indicazioni: non è detto che l’innovazione porti sempre un miglioramento clinico e tecnico effettivo. Ci sono metodiche tradizionali che devono essere conosciute e valorizzate per garantire risultati altrettanto buoni anche utilizzando le nuove tecnologie: come detto prima, le regole anatomiche e funzionali sono sempre le stesse, si può modificare solo il sistema produttivo.
Anche la protesi mobile totale è ancora utilizzata: a quali condizioni può continuare a essere una soluzione ottimale?
La protesi rimovibile, nelle sue diverse declinazioni, rappresenta storicamente la pietra angolare della disciplina protesica: l’interesse nei suoi confronti è sempre maggiore anche perché permette soluzioni di qualità in pazienti che per varie ragioni, biologiche ed economiche, non possono essere trattati con soluzioni di protesi fissa. In più, con l’allungarsi della vita media, anche nei paesi più ricchi sta aumentando il numero dei pazienti edentuli.
Aiop ha da sempre dato spazio a colleghi clinici e tecnici cultori della protesi rimovibile: negli eventi Aiop è stata creata una sessione, Aiop Dentures, nella quale la componente culturale relativa alla protesi rimovibile trova il palcoscenico ideale. Visto il successo riscontrato per questi argomenti, intendiamo aumentare gli spazi all’interno degli eventi culturali dell’Accademia per la protesi rimovibile, con focus sulle nuove tecnologie: già da alcuni anni le protesi totali realizzate al Cad-Cam sono una realtà e ulteriori prospettive di evoluzione sono legate allo sviluppo delle stampanti 3D.
In Aiop abbiamo molti eccellenti cultori di questa branca protesica, sia nel versante clinico che in quello tecnico: vorremmo che Aiop diventasse la casa comune di tutti gli esperti nazionali in protesi rimovibile nelle sue vari accezioni, con l’intenzione di sottolineare l’importanza di quanto ci è venuto dal passato e di esplorare le possibilità che le nuove tecnologie ci prospettano.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal
ATTIVITÀ AIOP: DAL MASTER DI SIENA ALLA VISIBILITÀ INTERNAZIONALE_I consigli direttivi uscenti si sono posti l’obiettivo di far sì che il ruolo dell’Accademia venisse conosciuto e riconosciuto anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, giungendo alle istituzioni, alle università e soprattutto ai pazienti. Il consiglio direttivo in carica intende rafforzare il rapporto coi pazienti migliorando le pagine a loro dedicate del sito internet, utilizzando le opportunità offerte dai social media e dai media tradizionali, consolidando il rapporto con le associazioni di consumatori quali Altroconsumo.
A livello culturale, Aiop ha raggiunto un accordo di partnership con l’Università di Siena contribuendo alla nascita del Master residenziale triennale in protesi, fortemente voluto dal professor Marco Ferrari: un’iniziativa che è la prima del suo genere in Italia in campo protesico e di fatto rappresenta il riconoscimento del valore formativo di Aiop da parte dell’università.
A livello internazionale Aiop rappresenta ufficialmente la realtà protesica italiana nell’ambito dell’International College of Prosthodontists (Icp) e della International Federation of Esthetic Dentistry (Ifed), organizzazione che raduna alcune fra le più prestigiose società scientifiche di protesi e odontoiatria estetica. Inoltre nell’organico Aiop sono presenti esponenti di spicco dell’odontoiatria e dell’odontotecnica italiana noti internazionalmente: non c’è congresso internazionale di rilievo in campo protesico nel quale non sia presente nel panel dei relatori qualche socio. Recentissimo è il rapporto di collaborazione con la German Academy of Esthetic Dentistry (Dgäz) per coordinare attività scientifiche e culturali comuni.
Abbiamo poi istituito una partnership ufficiale con l’Associazione italiana studenti di odontoiatria (Aiso) per aumentare la presenza dei loro iscritti alle nostre attività culturali, a partire dalla sessione Aiop Young del congresso.
Paolo Vigolo
Presidente Aiop