Il paziente P. B. di anni 48 presenta terapia conservativa di oltre un ventennio. Dopo milioni e milioni di traumi occlusali di ogni tipo, si è fratturata nella parte occluso-distale (fig. 1). È suggestivo che la frattura risalga a tempo prima, tanto che l’infiltrazione sottostante ha già coinvolto il cornetto pulpare distale. Siamo quindi costretti a una terapia endodontica dell’elemento, con riabilitazione a completa copertura cuspidale, vista l’estensione mesio occluso distale.
Il paziente ci chiede un sistema alternativo alla classica corona protesica, che per altro, visti i nuovi orientamenti conservativi, abbiamo esaudito condividendo.
Dopo il classico isolamento del campo procediamo alla rimozione del vecchio restauro e curiosamente un frammento di amalgama riesce a slittare sotto la diga e sopravvive anche agli aspiratori imbutiformi (fig. 3). Per quanto ci sforziamo, qualcosa può sempre sfuggire. Scopriremo poi un piccolo gap nella diga da cui una parete distale di amalgama, molto sottile, è slittata comparendo in radiografia (fig. 3). Smontiamo e recuperiamo il microframmento.
Prepariamo con appoggio vestibolo linguale a 90° smussato, come anche il box distale e mesiale senza smusso. Aggiungiamo un pin di ritenzione al centro, poco profondo ma di aiuto per rinforzare le pareti vestibolo-linguali, nelle lateralità (figg. 6 e 7).
La scelta negli ultimi casi controllo cade su compositi di ultima generazione macro-riempiti che garantiscono un ottimo confort occlusale.
Al momento il paziente non ritiene necessaria la sostituzione dell’amalgama in 4.7 che, anche se molto datata, non presenta né fissurazioni né infiltrazioni.
Manifesta un grande apprezzamento per il semplice risultato finale. L’odontoiatria del terzo millennio ci fa riflettere su quante corone del passato avremmo potuto trasformare in più semplici riabilitazioni conservative.
Si ringrazia Alessandro Di Nanno per la parte odontotecnica

Aldo Crespi
Libero professionista
curioso il pin di ritenzione al centro della preparazione,nn lo avevo mai visto in restaurativa indiretta.Riguardo all’ultima considerazione di quante corone avremmo poturo evitarci in passato,non sono proprio daccordo .Le otturazioni in amalgamo erano degli ottimi restauri e tengono botta anche dopo 40-50aa.,sfido oggi ad avere la stessa longevità;poi ce da dire che i sistemi adesivi di una volta nn erano quelli di adesso,l’uso della diga ecc ecc
Saluti.
Affezionato collega gfoca,
condivido quanto scrivi, mi sono espresso in modo generico e comprendo possano esserci interpretazioni differenti dal mio pensiero.
Cerco di essere più chiaro nell’affermare che in passato si ricorreva più spesso ad una “corona”anche quando la conservativa ben eseguita, anche con amalgama, poteva salvare il destino di quel dente da un elemento protesico. Un saluto e buon lavoro.
Aldo