Gli strumenti rotanti NiTi hanno rivoluzionato l’endodonzia, permettendo anche all’operatore meno esperto di realizzare sagomature perfettamente tronco-coniche in armonia con l’anatomia originaria e migliorando notevolmente la prognosi anche di casi più complessi. D’altra parte, l’uso del NiTi ha un serio limite, rappresentato da un maggiore rischio di frattura di strumenti rispetto all’acciaio, il più delle volte dovuto a stress da torsione e a stress da flessione.
Lo stress da torsione dipende da numerosi fattori, ma principalmente la frattura si verifica quando la sezione del canale è più piccola della punta dello strumento, questo non riesce a tagliare la dentina e avviene quello che viene definito come “taper lock”. A questo segue la deformazione plastica e quindi la frattura dello strumento. L’analisi degli strumenti in NiTi fratturati da stress torsionale rivela che la maggior parte delle fratture avviene negli ultimi millimetri, dove la conicità è minore e il diametro è minore. Di conseguenza, la punta della più piccola lima in NiTi presenta il maggiore rischio di frattura da torsione, da cui deve essere protetta soprattutto evitando che la punta si impegni contro le pareti dentinali.
Numerosi studi hanno valutato le cause delle fratture degli strumenti in NiTi e hanno concluso che una notevole riduzione delle fratture degli strumenti rotanti si può ottenere quando il loro utilizzo è preceduto da un allargamento manuale preliminare e dall’ottenimento di un “glide path”, ovverosia di un sentiero di percorribilità, cioè da pareti canalari lisce lungo le quali gli strumenti NiTi possano facilmente scivolare per raggiungere la lunghezza di lavoro.
Il pre-allargamento e il glide path solitamente vengono eseguiti a mano con strumenti in acciaio. Questa rimane l’ultima fase manuale di tutta la sagomatura, la più difficile, specialmente per il dentista generico, quella dove si possono verificare gli errori più pericolosi che possono determinare l’insuccesso di tutto il trattamento (gradini, false strade, tappi di dentina). Gli strumenti manuali in acciaio infatti comportano numerosi svantaggi, a causa della loro relativa rigidità, delle loro punte spesso aggressive, per cui in canali curvi e/o calcificati possono facilmente essere causa di gradini o trasporti.
Per evitare questi pericolosi errori, è stato creato un nuovo kit di soli tre strumenti rotanti in nichel titanio, chiamati PathFile (Dentsply, Maillefer – distribuito in Italia da Simit Dental), per un più facile ottenimento del Pre-allargamento e del Glide Path meccanico (fig. 1).
I PathFile consistono di soli tre strumenti rotanti con le caratteristiche riportate qui di seguito:
– Diametro in punta: il loro diametro è rispettivamente 0,13, 0,16 e 0,19 mm.
– Disegno della punta: la punta è arrotondata e non taglia, per evitare gradini e zip (fig. 2).
– Disegno della sezione: i PathFile hanno la sezione quadrata.
– Distanza tra le lame: la distanza tra le lame è stata ottimizzata per aumentare la robustezza degli strumenti e al tempo stesso la loro capacità di rimuovere detriti.
– Flessibilità: la flessibilita dei PathFile è garantita dalla lega in Nichel Titanio con cui sono fabbricati e dalla loro bassa conicità che è di solo 0.02.
Possiamo concludere che i nuovi strumenti rotanti NiTi PathFile aprono una nuova era nella strumentazione dei canali radicolari, permettendo un facile e sicuro glide path anche al dentista generico meno esperto. Sono altresì un valido aiuto anche per l’endodontista esperto che può trasformare, utilizzando i PathFile, un’anatomia canalare complessa in un canale facile da trattare (fig. 3).
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Pubblicato il 10/03/2011

Giuseppe Cantatore
Docente di Endodonzia - Università degli Studi di Verona