Aumenta nel mondo il carico globale delle patologie orali e si allontanano gli obiettivi che si erano prefissati Oms, Fdi e Iadr per il 2020: nel 2015 il 4% degli abitanti della terra, circa 270 milioni di persone, era edentulo
La salute orale globale non è migliorata negli ultimi decenni; mentre la prevalenza delle condizioni odontoiatriche è rimasta sostanzialmente stabile per fascia d’età, l’aumento della popolazione mondiale e un suo generale invecchiamento hanno portato a un notevole aumento del carico delle patologie orali non trattate. Lo si era già visto dallo studio epidemiologico che Wagner Marcenes del King’s College di Londra aveva pubblicato sul Journal of Dental Research (1) nel 2013, che riportava l’evoluzione del carico di malattia rappresentato dalle patologie orali dal 1990 al 2010, e un’ulteriore conferma arriva dal recente aggiornamento di quello studio, con l’aggiunta dei dati fino al 2015 (2).
Nei primi anni di questo secolo, diverse istituzioni si erano poste obiettivi di ampia portata, da raggiungere entro il 2020. Riguardo alla salute orale, a stabilirli erano stati l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), la Federazione dentale internazionale (Fdi) e la International and american associations for dental research (Iadr). Il primo di questi obiettivi era di «minimizzare l’impatto delle patologie di origine orale e craniofacciale sulla salute e sullo sviluppo psicosociale, dando enfasi alla promozione della salute orale». Ora che il 2020 è alle porte, è stata proprio la Iadr a voler fare il punto sui progressi ottenuti fino a questo momento.
Il team di Marcenes ha estratto i dati riferiti all’ambito odontoiatrico dal Global burden of disease (Gbd 2010 e Gbd 2015), lo studio che si aggiorna ogni cinque anni e si propone come sistema di misurazione per eccellenza della salute della popolazione mondiale.
Dalla ricerca emerge che il numero di persone con condizioni orali non trattate è passato dai 2,5 miliardi del 1990 ai 3,5 miliardi del 2015, con un aumento del 64% del disability-adjusted life year (Daly) legato alla cattiva salute orale. Ricordiamo che questo indice stima gli anni di vita “sana” persi a causa di un cattivo stato di salute o di disabilità.
In particolare, dal Gbd 2015, la carie non trattata nella dentatura permanente è risultata la condizione di salute (non solo orale) più diffusa nel mondo, con una prevalenza complessiva del 34,1% (due miliardi e mezzo di persone), mentre la carie nei denti decidui e la malattia parodontale grave si sono manifestate rispettivamente nel 7,8% (573 milioni) e nel 7,4% (538 milioni) della popolazione globale. L’edentulismo grave ha riguardato il 4,1% degli abitanti del pianeta, che corrisponde a un numero complessivo per nulla trascurabile, 276 milioni di persone (pari a quattro volte e mezzo gli abitanti d’Italia), e ha contribuito più di ogni altra condizione orale all’indice di disabilità.
Secondo gli autori dello studio, «questi numeri sono probabilmente destinati a crescere ulteriormente, con il progressivo aumento e invecchiamento della popolazione; nel 2010 i costi per i trattamenti delle condizioni orali sono stati stimati in 298 miliardi di dollari nel mondo, costituendo così il 4,6% della spesa sanitaria complessiva».
Insomma, le speranze di raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2020, che prevedevano una sostanziale riduzione dell’impatto delle condizioni orali sulla salute pubblica, sono molto ridotte e, secondo gli autori dello studio, richiederebbero un grande impegno e probabilmente un approccio diverso da quelli adottati fino a questo momento.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal
1. Marcenes W, Kassebaum NJ, Bernabé E, Flaxman A, Naghavi M, Lopez A, Murray CJ. Global burden of oral conditions in 1990-2010: a systematic analysis. J Dent Res. 2013 Jul;92(7):592-7.
2. Kassebaum NJ, Smith AGC, Bernabé E, Fleming TD, Reynolds AE, Vos T, Murray CJL, Marcenes W, and GBD 2015 Oral Health Collaborators. Global, regional, and national prevalence, incidence, and disability-adjusted life years for oral conditions for 195 countries, 1990–2015: a systematic analysis for the global burden of diseases, injuries, and risk factors. J Dent Res. 2017, Vol. 96(4) 380–387.
MALATTIE CRONICHE: I DATI AGGIORNATI DELL’OMS_Le malattie croniche sono causa di morte per 40 milioni di persone ogni anno in tuto il mondo (circa il 70% di tutti i decessi a livello globale). Il numero maggiore di decessi è dovuto alle malattie cardiovascolari (17,7 milioni di persone), seguite dai tumori (8,8 milioni), dalle malattie respiratorie (3,9 milioni) e dal diabete (1,6 milioni). L’87% dei decessi avviene nei Paesi a basso-medio reddito. Lo riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nelle ultime fact sheet pubblicate.

Gerhard Seeberger (il terzo da sinistra) con alcuni esponenti dell’odontoiatria internazionale presenti al congresso Aio di Chia, in Sardegna: World Dental Federation (Fdi), American Dental Association (Ada), Chicago Dental Society (Cds) e Council of European Dentists (Ced)
SALUTE ORALE NELL’AREA DEL MEDITERRANEO, SERVE UN’AZIONE COMUNE: IL PROGETTO MEDITERRANEAN DENTAL DIALOGUE_Gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo tendono a ignorare la salute orale come priorità della loro agenda politica e sanitaria. Questi Stati, secondo la classificazione della Banca Mondiale, appartengono a tre diversi gruppi di nazioni: Unione Europea e Europa, Asia centrale e Medio Oriente, Africa settentrionale. Le loro associazioni odontoiatriche nazionali sono organizzate nelle organizzazioni regionali africana, Asia-Pacifico ed europea della World Dental Federation (Fdi).
In questi Paesi, oltre alle forti differenze nel prodotto interno lordo e nell’incidenza delle patologie non trasmissibili, esistono differenze solo minori nelle disuguaglianze nella salute orale e nell’assistenza odontoiatrica. Analizzando i dati raccolti durante il periodo della crisi economica e finanziaria mondiale, si può affermare che:
– il welfare di questi Stati non poteva essere sostituito con successo da investitori privati attraverso i fondi sanitari;
– l’eccesso di concorrenza in una comunità odontoiatrica affetta da pletora non ha garantito un migliore accesso alle cure da parte dei cittadini, in particolare per i socialmente svantaggiati;
– la prevenzione, unica ancora di salvezza per un diritto umano quale la salute orale e di tutta la persona, come affermato in quasi tutte le nostre costituzioni, è in gran parte ignorata.
In ogni caso è chiaro che lo scarso sviluppo di un modello di odontoiatria sostenibile non dipende da un deficit della formazione professionale, dalle risorse umane ed economiche a disposizione, ma deriva soprattutto dalla mancanza di consapevolezza dell’importanza della salute orale e dei suoi benefici per la salute sistemica e il benessere della persona; una mancanza di consapevolezza evidente non solo nella classe politica, ma anche in quella odontoiatrica e medica.
È assolutamente necessario, in questo preciso e particolare momento storico, avere una visione globale di queste problematiche. I cambiamenti demografici toccano tutti noi e sono significativi in termini di migrazioni, calo, crescita e invecchiamento delle popolazioni.
Le parole spese durante la cerimonia di apertura del 100esimo congresso mondiale Fdi da parte dell’ex direttore generale dell’Oms Margaret Chan, «l’odontoiatria è la professione pionieristica nella medicina della prevenzione», e il fatto che il dentista come medico sentinella sia il miglior alleato nella realizzazione del Piano d’azione globale 2020 dell’Oms di ridurre le malattie non trasmissibili, così come nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030, sottolineano l’importanza di intraprendere azioni comuni. Nella creatività, la comunicazione e la collaborazione deve nascere uno spirito comune che è fondamentale per influenzare con successo e in modo sostenibile le agende politiche dei nostri Paesi. Solo così l’odontoiatria potrà garantire la salute orale dei nostri popoli e portare indubbi vantaggi, anche economici, ai nostri Paesi.
Il mondo si muove, la gente si muove! Il Mar Mediterraneo è un punto di incontro tra continenti, culture, diete, stili di vita e diversi equilibri tra salute e malattia. Durante il 9° congresso internazionale dell’Associazione italiana odontoiatri (Aio) di Chia, in Sardegna, i rappresentanti italiani, europei e internazionali dell’odontoiatria hanno discusso delle criticità della salute orale e generale di persone in fuga alla ricerca di una vita migliore. Un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso una promozione concreta della salute orale e una attività di prevenzione comune. La possibilità di aumentare il benessere e la salute generale delle persone è una grande opportunità per la nostra professione.
Gerhard Seeberger
Presidente dell’Assemblea Generale Fdi