Il paziente G. A. di anni 64 ci segnala un disagio “capriccioso” localizzato in basso a sinistra. Dalla radiografia è evidente il filtraggio protesico distale che giustifica la sintomatologia dichiarata dallo stesso.
Come può accadere nella nostra realtà quotidiana, dobbiamo decidere quando è possibile accontentare il paziente, senza per questo venir meno ai nostri principi e ai nostri insegnamenti, in una parola un compromesso terapeutico (ove questo sia entro limiti accettabili).
Il paziente, infatti, non vuole sentire nemmeno parlare di implantologia. Appare una voce fuori dal coro, anche perché inequivocabilmente la maggior parte dei pazienti è ormai conscia che la tecnica di sostituzione implantare è accettata e molto ben considerata. Restano tuttavia delle piccole sacche di resistenza che non vanno trascurate.
Così, senza particolari riserve (anche perché per anni è stata eseguita ottima protesi su elementi naturali) ci assoggettiamo di buon grado alle sue richieste, non prima di avergli fatto notare che :
– La sua protesi su denti naturali è datata trent’anni, come lui stesso ci ha spiegato, e quindi, poiché quei legamenti hanno sopportato carichi impegnativi, sarebbe opportuno optare per due corone singole che portano solo se stesse.
– Trenta anni fa lui aveva poco più di trent’anni, gli ricordiamo che gli stessi anni da sessanta a novanta hanno un peso biologico molto diverso.
– La sua situazione clinica rientra nei casi vantaggiosi, quanto a spessore e caratteristiche di osso, nel quale avremmo potuto inserire gli impianti.
Una volta compiuto il nostro dovere informativo, procediamo con quanto stabilito fin dall’inizio.
Isolamento del campo, trattamenti canalari in unica seduta (al di sotto del ponte la dentina era infiltrata), strumenti rotanti, chiusura con thermafil, preparazione, provvisori, definitivi.
Con questo caso abbiamo voluto porre l’accento come, anche nel terzo millennio, può capitare di dover eseguire una tecnica “relativamente” obsoleta, che però se eseguita nel rispetto dei protocolli con cura e passione, può soddisfare sia il paziente che il professionista.

Aldo Crespi
Libero professionista