Il successo dei restauri supportati da impianti si basa non solo sull’osteointegrazione ma anche sul conseguimento del risultato estetico di denti naturali e dei tessuti molli, soprattutto per quanto riguarda stabilità, spessore e presenza della papilla dente-impianto e interimplantare. In questo caso clinico vengono proposti pilastri protesici con nuovo design che, unitamente a una corretta chirurgia, possono favorire l’aumento dello spessore e la stabilità dei tessuti molli, facilitando il successo estetico.
Si presenta alla nostra osservazione una paziente di anni 49 per la riabilitazione del settore anteriore superiore, lamentando difficoltà alla masticazione e un problema estetico. I denti 13, 12, 11, 21, 22 risultavano irrecuperabili a causa di lesioni parodontali avanzate associate a eccessiva ipermobilità. All’analisi estetica si evidenzia una recessione gengivale asimmetrica, con i livelli marginali sui denti 13, 12 e 22 significativamente più apicali. Le forme e proporzioni dentali risultano alterate, vi è presenza di diastema dovuto alla spostamento vestibolare degli incisivi centrali, il canino superiore di destra e il laterale di sinistra sono ruotati.
Il piano di trattamento prevede l’estrazione degli elementi 13, 12, 11, 21, 22, il posizionamento di tre impianti post-estrattivi in sede 13, 12 e 22, il condizionamento degli alveoli post-estrattivi tramite ponte Maryland. Finalizzazione tramite ponte di cinque elementi in zirconia-ceramica. I tre impianti con platform switching integrato per preservare l’osso crestale (3iT3 conici, Biomet 3i) vengono posizionati nei siti estrattivi flapless con la testa dell’impianto circa 3 mm apicale dal margine gengivale e circa 2 mm dalla superficie ossea vestibolare. Nello spazio tra superficie implantare e cresta ossea viene inserito osso di origine bovina deproteinizzato (Endobon Xenograft, Biomet 3i) per ridurre la perdita di volume e un innesto di tessuto connettivo inserito tra il pilastro e la gengiva per aumentare lo spessore dei tessuti molli e per creare un “sigillo biologico”.
Dopo circa tre mesi di guarigione vengono realizzati tre pilastri protesici individualizzati in zirconia dal design innovativo che coniuga biologia ed estetica. Il profilo dei pilastri protesici è stretto e concavo nella zona transmucosa per massimizzare lo spazio a disposizione per i tessuti molli e renderli più spessi e stabili, mentre una linea di finitura marginale verticale con profilo conico in senso apico-coronale permette ai tessuti molli di collocarsi più coronalmente. Il caso viene ultimato con un ponte di cinque elementi in zirconia-ceramica.

Gianluca Delli Ficorelli
Libero professionista in Roma