Mercoledì 11 maggio si è tenuta a Roma la presentazione ufficiale della neonata Federazione italiana società odontoiatriche (Fiso), un’associazione che, allo stato attuale, vede la partecipazione di Aiom, Aisi, Sidco, Sitebi, Asio e Aiso.
«La Fiso si costituisce come associazione senza scopo di lucro, per raggruppare e rappresentare le società scientifiche odontoiatriche che in essa confluiscono – commenta il presidente Pierluigi Floris –. Nella sua attività si propone di diffondere la conoscenza in campo odontoiatrico e il progresso scientifico, coordinando e agevolando l’attività di ogni società, favorendo anche la collaborazione e l’interazione tra le stesse, promuovendo iniziative di studio, formazione, ricerca e ogni forma di aggiornamento. Finalità primaria della Fiso è anche la sensibilizzazione e la promozione di dibattiti interni al mondo scientifico odontoiatrico. La Fiso rappresenta inoltre le associazioni che la compongono nel rapporto con le istituzioni, pubbliche e private, garantendo un confronto continuo con il mondo politico su temi di interesse quali l’organizzazione odontoiatrica in ambito sanitario e la diffusione della cultura odontoiatrica tra professionisti e nella società civile. La Fiso si occupa, ancora, in accordo con gli statuti delle singole società aderenti, di assicurare la corretta gestione delle esigenze della professione, nei rapporti con enti e istituzioni, per perseguire un miglioramento continuo e globale della professione» conclude il presidente.
Dopo la presentazione iniziale, ha preso la parola, introducendo la giornata, il professor Enrico Gherlone, rettore dell’Università Vita Salute del San Raffaele di Milano e il professore Roberto Di Lenarda, rettore dell’Università di Trieste.
L’Asio, nella persona di Giorgio Iodice, past president nonché delegato al Fiso, ha presieduto la prima tavola rotonda, con tema “Il ruolo delle società scientifiche nel panorama odontoiatrico post Covid: formazione ed Ecm”. A seguire la seconda tavola rotonda su: “Il lavoro delle società scientifiche e la ricaduta sulla prestazione al paziente: riflessioni”.