La paziente, femmina di 27 anni, torna al controllo dopo essere stata fuori sede per studio all’estero; l’abbiamo visitata l’ultima volta quando era adolescente, attivando un ideale percorso di prevenzione primaria. Infatti nonostante sia passato moltissimo tempo, la situazione clinica del suo cavo orale risulta essere buona. Clinicamente presenta presenza di placca e tartaro negli spazi interprossimali, tessuto gengivale in buona salute e qualche antica sigillatura consumata dal tempo.
Attraverso l’utilizzo della videocamera mostriamo le superfici occlusali a rischio. Infatti la complessità morfologica ha favorito l’accumulo di residui di cibo e placca batterica delle superfici occlusali di quei molari che non erano ancora presenti all’epoca dell’ultimo controllo, che presentano anatomicamente profondi solchi e fossette.
Concordiamo con la paziente la tecnica preventiva della sigillatura su quelle superfici per creare una barriera che impedisca lo sviluppo (Welbury, 2004) e sottolineiamo alla stessa che grazie alle sigillature fatte in età adolescenziale non ha alcun processo carioso, nonostante non ci sia stato un follow-up ideale. Ci serviamo della videocamera intraorale per coinvolgere la paziente mostrandole le immagini ingrandite dei solchi per motivarla a un particolare controllo dell’igiene nelle zone a rischio.
Prima di iniziare la procedura della sigillatura, eseguiamo un’accurata detersione del solco con air polishing e polvere di bicarbonato, e laviamo e asciughiamo la superficie. Applichiamo rulli di cotone per avere il campo operatorio asciutto e applichiamo il mordenzante per 20-30 secondi, risciacquato per lo stesso tempo con abbondante getto d’acqua e infine asciugato fino a far assumere alla superficie il tipico aspetto gessoso della mordenzatura. Per applicare il sigillante è necessario l’utilizzo di un microbrush e di uno specillo per dosarne la quantità e distribuirlo correttamente lungo tutti i solchi facendo attenzione alla formazione di bolle all’interno del materiale. Importante lasciare il tempo alla resina di infiltrare il solco almeno 15-30 secondi.
Polimerizziamo con lampada Bluephase Style (Ivoclar Vivadent) per 40 secondi. Dopo aver controllato l’occlusione applichiamo la lacca Fluor Protector S (Ivoclar Vivadent) usando un pennellino per distribuire la vernice sull’intera superficie sigillata. Questa vernice tollera la presenza di umidità e aderisce spontaneamente alle superfici umide. Dopo il corretto assorbimento è stato consigliato al paziente di evitare cibi duri, alcol, spazzolamento per le 4 ore successive all’applicazione.
Rivediamo la paziente al controllo e alla sua richiesta di illuminare il sorriso proponiamo un sistema cosmetico domiciliare: VivaStyle Paint On Plus (Ivoclar Vivadent), che consta di pochi e semplici passaggi, eseguibili a domicilio dal paziente con componente attiva al perossido d’idrogeno 6%, come previsto dalle nuove normative vigenti. Verrà quindi applicato, con il pennellino, un sottile strato di VivaStyle Paint On Plus omogeneamente sui denti dell’arcata superiore, negli spazi interdentali e lungo il perimetro cervicale. Al paziente va riferito di evitare di entrare in contatto diretto con le gengive. Dovrà mantenere sollevate le labbra ancora per circa 30 secondi, per consentire alla lacca di asciugare. Successivamente, verrà ripetuta l’operazione per l’arcata inferiore. Lasciar agire la lacca sui denti per 10 minuti a bocca chiusa. Al termine dei 10 minuti la lacca verrà eliminata con uno spazzolino morbido senza dentifricio e si chiederà di sciacquare. La lacca sbiancante può essere applicata una o due volte al giorno, a seconda della compatibilità del trattamento con la personalizzazione del trattamento e gli stili di vita del paziente.

Gianna Maria Nardi
RUC Università Sapienza di Roma