Su un noto mensile milanese leggo testuale: «…utilizziamo in particolare gli impianti a carico immediato, afferma il dottor Pinco Pallino, grazie ai quali, in una sola seduta, si possono installare anche quattro o cinque impianti e dieci/dodici denti fissi. Inoltre, dopo soltanto qualche ora dall’inserimento, il paziente può mangiare senza alcun problema».
Non voglio minimamente mettere in discussione le competenze del collega, che si sbilancia nelle sue promesse. Mi chiedo semplicemente come possa avere pazienti con tali capacità di sopportazione.
Coloro che, come lo scrivente, hanno tanti anni di professione alle spalle, sanno bene che l’implantologia ha certamente cambiato la nostra attività clinica ormai da tempo. Le aziende del settore ci offrono soluzioni sempre più performanti, i materiali biologici di ultima generazione ci permettono formule rigenerative impensabili in passato e certamente la chirurgia guidata ha ridotto tempi e disagi per i pazienti. Non parliamo poi dei titolati e appassionati colleghi che ci aggiornano con corsi e riunioni collegiali.
Certamente le procedure del terzo millennio hanno raggiunto vertici di qualità con uno standard alto per tutte le fasce di esperienza, in modo da ridurre al minimo i disagi post-chirurgici per i pazienti. Tuttavia, una certa benevola invidia per chi è talmente sicuro di ottenere una costante certezza del risultato tale da consentirgli di promettere quanto scritto dal collega Pinco Pallino, mi ammalia.
In un momento in cui i pazienti sono molto più consapevoli e informati rispetto al passato, con una soglia di esigenza tanto alta, sbilanciarmi scrivendo che potranno mangiare dopo poche ore dall’inserimento degli impianti senza alcun problema, genererebbe in me una certa ansia da prestazione, ed è qui che scatta la benevola invidia per il collega.
Non posso escludere esistano condizioni in cui quanto descritto, travestito da promozione, possa verificarsi per qualche miracolato paziente, ma certamente non rappresenta la regola. Il nocciolo è proprio questo, la ripetibilità standard del protocollo, ovvero l’anello debole di una promessa adattabile a tutti i casi.
Non capiterà infatti solo a noi di avere pazienti che reagiscono in modo molto diverso alla stessa identica riabilitazione, confermando quanto, al giorno d’oggi, sia diventata complessa la professione. La missione condivisa è rappresentata pertanto dalla personalizzazione delle terapie al fine di soddisfare al meglio le esigenze del paziente, ottenendo così in primis una gratifica professionale e nello stesso tempo un legittimo ritorno economico.
Le promesse per così dire “molto allargate” rappresentano un margine di rischio per quanto scritto in precedenza ed è per tale motivo che, pur comprendendo lo scopo della promozione commerciale, sensibilizzerei tutti i Pinco Pallino esistenti nel nostro settore a una discreta prudenza nel promettere “sulla carta” al paziente cose in grado di creare aspettative non sempre esaudibili in modo rutinario.
La speranza è che ognuno di noi agisca secondo coscienza, concentrandosi non solo sulla realtà del proprio microcosmo, ma allargando il pensiero a tutta la nostra categoria al fine di valorizzare al meglio il prestigio che la nostra professione merita.
Aldo Crespi
Odontoiatra